Lo abbiamo visto ieri all’Expo a Milano. Dopo le notizie fatte diffondere qualche giorno fa, un po’ da tutta la stampa, sulla ripresa dell’economia (?), grazie alle quali si è immedesimato nelle vesti di un nuovo “messia”, reclamizzando quelle risorse economiche che fino a pochi giorni prima non esistevano, dall’Expo ha garantito di abbassare le tasse e di togliere quella sulla prima casa.
Alcune domande sorgono spontanee.
L’economia non è ripresa assolutamente, perché lo 0,01 non è ripresa dell’economia. L’economia mostra la sua ripresa quando l’indice sale a cifre intere, non a frazioni di decimali e quando i negozi hanno bisogno di commessi per soddisfare la pressione della clientela mentre oggi i proprietari dei negozi stanno sull’uscio del loro esercizio, con le braccia conserte.
Se non sono state fatte le riforme economiche per abbassare le tasse e togliere quella sulla prima casa, come fanno ad esserci oggi i soldi che fino a “due giorni fa” non c’erano? Quando si garantisce un progetto del genere, anche propagandisticamente, sarebbe buona abitudine dare una spiegazione del processo che si vuole mettere in atto e delle sue quantificazioni. Di quanto sarebbe sua intenzione l’abbassamento delle tasse? Dello 0,01% o simili?
Sarebbe una presa per i fondelli al popolo italiano e definirebbe solo la sua paura di sentirsi alla fine del mandato.
In questa situazione, le alternative sono due; o il nostro “grande” Matteo Renzi è diventato lo stregone del film del grande Monicelli che, approfittando della credulità popolare e per non perdere il credito che ha nel paese, pretende di curare la malattia con le chiacchiere e la superstizione, o si sente investito dei poteri magici del personaggio del cartone animato di Walt Disney.
Per concludere “brillantemente” l’argomento, Renzi non ha quantificato l’entità delle diminuzioni, ma l’ha datate. I meccanismi sono previsti per la casa, per il 2016, il che significa che se ne godrebbero i benefici non prima del 2017, non domani; e una “sforbiciatina” all’Irpef dal 2017 graduata negli anni successivi e questo, se la matematica continua a non essere un’opinione, che gli eventuali “benefici” se ne godrebbero non prima del 2020 e anni successivi, sempre che, sulla base della situazione esistente, da bravo “stregone”, riesca a finalmente a trasformare le chiacchiere in fatti.
L’ha definita “rivoluzione copernicana” e ci chiediamo Copernico che cosa c’entri in questa faccenda, ma da una persona che scrive “cultura umanista” che altro volevamo aspettarci?
La cosa sconcertante è che è stato applaudito calorosamente.
Bene; se non è una presa per i fondelli questa, ditemi come si chiama.