Politica
Terza Repubblica?
Roma, 8 febbraio – L’asse Renzi-Berlusconi, Governo e opposizione fittizia, in realtà sostegno, ha retto in virtù del “Patto del Nazzareno” in attesa dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica affinché questi non fosse un altro Napolitano.
Così non è stato e il “patto” ha mostrato tutta la debolezza di cui era costituito.
Quindi, patti violati…patti mantenuti a colpi di accuse reciproche di “birichinate”, in cui il toro da del cornuto all’asino e in cui risuonano di attualità le parole che disse molto tempo fa Paolo Mieli a “Ballarò” ai rappresentanti della sinistra: “se voi fate questo, non vi dovete lamentare quando questo lo fa Berlusconi..”.
Le verità, come nei dibattimenti processuali, sono sempre due, quella processuale e quella vera alla quale si arriverà molto difficilmente.
Sintesi?
Presidente eletto ma situazione politica di nuovo in alto mare nonostante l’ottimismo e la tranquillità ostentate dal Presidente del Consiglio pieno, obiettivamente, più di parole che di fatti.
Risultati?
Partiti spaccati che non possono negare la loro crisi, e partiti spaccati che cantano, comunque, la loro unità ma, cosa che serpeggia nemmeno tanto silenziosa, tensioni interne che comunque portano alla contestazione delle linee politiche e a traslochi di deputati da una parte all’altra e a evasioni di consensi nell’elettorato.
È lecito, comunque, nutrire il sospetto che questo fenomeno sia determinato da poteri ”superiori” allo stesso Parlamento perché lo indebolisca e perché porti la politica ad un ribollire continuo dei partiti, al confronto del quale una pentola di fagioli o “un ribollir de’ tini” sarebbero dotati del silenziatore…
Ora, nella situazione che si sta creando, i partiti sono in fibrillazione; quelli che hanno il potere temono di perderlo a favore di quelli che non ce l’hanno e quelli che non ce l’hanno fanno del tutto per cogliere il momento buono per accaparrarselo. I vari leaders, tra l’altro, si ostinano a fare diagnosi del fenomeno per fornire le ragioni della loro “turbolenza” nominando più volte, come soggetto di esse, la “terza repubblica”. Il progetto di Berlusconi, della rivoluzione liberale, di creare due grossi schieramenti che avrebbero garantito la governabilità del paese è fallito sul fenomeno che in Italia “anche le pulci hanno la tosse” e vogliono farsi sentire.
In questo modo, i partiti dalla percentuale da prefisso telefonico si sono moltiplicati invece di sparire in
un’ unitarietà di idee e di progetti per il popolo.
Bene, questa sarebbe la “terza Repubblica”?
Diremmo che non ci siamo proprio arrivati, ma se anche ci fosse, a noi appare motivatamente peggiore della “prima”.