Trionfa Renzi che tarpa le ali a Grillo
Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, vero vincitore delle elezioni europee
I risultati di queste elezioni europee, per molti versi clamorosi e non certo prevedibili, hanno premiato più Matteo Renzi che il suo Partito Democratico, favorito anche dalla endemica “patologia astensionista” degli italiani ormai delusi e sfiduciati.
In questi casi, però, gli assenti hanno sempre torto e così, il giovane Presidente del Consiglio, è riuscito a portare il PD a livelli mai raggiunti prima e, soprattutto, a blindare la legislatura almeno fino alla sua scadenza naturale.
Sull’altro fronte, è stato accusato il mancato sorpasso di Grillo che, ineluttabilmente, avrebbe avuto delle ripercussioni assai negative sull’esecutivo, sebbene i maggiorenti della coalizione di governo si erano affrettati a scindere l’esito delle europee dagli affari interni del Paese.
Lo sfaldamento di “Forza Italia” era già nell’aria dopo la scissione, non certo indolore, di Alfano & Company. Inoltre, con un Berlusconi condannato e limitato negli spostamenti, è già molto che non ci sia stato un tracollo epocale. Va anche detto che si è recepita una certa sensazione secondo la quale anche molti elettori di centro-destra, sfiduciati ed increduli sulla possibilità di rifondare il partito dell’ex cavaliere e non volendosi estraniare al voto, sono stati costretti a scegliere tra lo “sfascismo” di Grillo e l’apparente voglia matta di rinnovamento di Renzi.
Per quanto riguarda gli altri partiti che non hanno superato lo sbarramento del 4 %, i rispettivi rappresentanti hanno riproposto le stucchevoli liturgie della prima repubblica, quando i vecchi “tromboni trombati”, manipolando strumentalmente (a proprio favore), i risultati delle consultazioni precedenti, ci proponevano la stantia sicumera, secondo cui avevano vinto tutti, oppure non aveva perso nessuno.
Al contrario, hanno perso tutti e molto, a cominciare dalla fiducia dei cittadini che non si riconoscono più in questa classe politica, avvezza ad anteporre sempre e comunque, i propri interessi personali a quelli della collettività.
Gli scenari che si aprono adesso indicano chiaramente che non è più il tempo dei rinvii e delle tergiversazioni, né, tantomeno, esistono più alibi per chicchessia; le riforme più importanti vanno subito messe in cantiere ed approvate nei termini stabiliti.
Va comunque riconosciuto, allo scattante e dinamico ex sindaco di Firenze, il merito di aver cercato e trovato il consenso con una dialettica nuova e tambureggiante che ha finito per far breccia su una notevole parte degli indecisi e speranzosi non del tutto rassegnati e basiti.