Lussemburgo, 27 marzo 2020 – Mentre l’Europa sospende l’accordo di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini europei, la pandemia da Coronavirus, in barba alle frontiere, continua a propagarsi ovunque e, coi suoi imprevedibili picchi epidemici, sta mettendo alle corde tutti gli Stati dell’Unione. Uno dopo l’altro, chi più chi meno e con tempistiche diverse!
Il rischio gravissimo che da tutto ciò deriva, risiede nella possibilità di una progressiva paralisi del sistema produttivo e di un avvitamento dell’economia nella spirale minacciosa di una profonda recessione!
La drammatica crisi economico-finanziaria innescata dalla pandemia sta quindi esplodendo, senza che nessuno sembri essere finora in grado di adottare tutte le contromisure necessarie. Almeno così sta certamente avvenendo nell’Unione Europea!
Da ormai varie settimane nel Mondo, i principali Stati sovrani che dispongono di banche centrali al servizio dei rispettivi Governi, intervengono tempestivamente (e continueranno a farlo!) immettendo nei loro sistemi economico-finanziari migliaia di miliardi in moneta nazionale. Parliamo principalmente degli USA, del Giappone, della Cina e del Regno Unito.
Ciò è potuto accadere grazie agli immediati provvedimenti politici ivi adottati. L’economia e la finanza dipendono sempre dalle pronte decisioni degli organi politici responsabili che ne decidono gli orientamenti.
Orbene, mentre nell’attuale inedito scenario di grave crisi sanitaria ed economico-finanziaria tutti nel Mondo si affannano per salvare il salvabile, l’Unione Europea tace! In tutta la sua congenita inettitudine causata da trattati inadeguati che ne ostacolano, più che ottimalizzare, il funzionamento!
Tutto questo è il frutto degli infiniti compromessi di potere fin qui raggiunti e non di una chiara e solidale visione politica dell’Europa. Gli inquilini della casa europea così come è stata costruita, non hanno oggi gli stessi diritti: al tavolo delle decisioni sono gli Stati più forti ad imporre la loro volontà a discapito dei più deboli!
Tutto ciò si è potuto verificare in quanto vent’anni or sono, nel momento dell’introduzione della moneta unica, la comunità europea non è stata convertita negli Stati Uniti d’Europa, così come era nelle previsioni e nelle promesse!
Pertanto, oggi, la moneta è unica ma il destino non è comune perché gli interessi sono nazionali e niente affatto collettivi!
Per quanto precede, le nette differenze fra i potenziali economico-industriali dei vari Stati membri hanno, nel corso del tempo, inesorabilmente arricchito i più forti mentre gli Stati che si sono venuti a trovare in difficoltà, non han potuto fare ricorso (come sempre avevano fatto in passato) alle svalutazioni competitive per poter vendere i loro prodotti a prezzi concorrenziali.
Tali svalutazioni, fino all’avvento dell’euro, avevano consentito peraltro a detti Stati sviluppo economico, progresso, crescita e benessere!
Come è già tristemente avvenuto con alcuni Stati membri in difficoltà, oggi, di fronte alla minaccia della chiusura delle fabbriche e di un’imminente tracollo economico, l’Unione Europea si nasconde ancora una volta dietro a clausole e regole anacronistiche: tentenna, tergiversa, prende altro tempo! L’impressione forte che se ne ricava, è che non voglia far salire tutti sulla barca comune e che non voglia proteggere tutti dietro al suo potente scudo… fatto di falsa solidarietà!
L’UE è nuda! Insieme ai biechi falchi che la controllano!
Il sogno degli europeisti convinti si sta ormai trasformando in un incubo!
I Padri dell’Europa, statisti sognatori, non si meritavano affatto tutto questo!