Un Paese destinato allo sbando

Non v’è dubbio alcuno che il nostro Paese stia attraversando uno dei periodi peggiori della sua storia recente.

Infatti, l’inverecondo spettacolo della corruzione dilagante, delle ruberie sistematiche, degli scandali quotidiani, degli arricchimenti illeciti, dello sperpero del denaro pubblico ed altri misfatti di questo genere, danno al mondo un’immagine eloquente di un Paese destinato allo sbando. Purtroppo si stanno calpestando i più importanti punti di riferimento morale, spirituale ed ideologico e si recepisce netta la sensazione del rischio di un dissesto economico generale, con sommo gaudio degli speculatori e degli avventurieri senza scrupoli.

Non intendo fare il difensore d’ufficio di Renzi (non ne ha certo bisogno), ma quanto sta accadendo all’interno del suo stesso partito appare sorprendente e paradossale.

Com’è noto il Partito Democratico esprime il Capo dello Stato, il Presidente del Senato, il Presidente del Consiglio ed una caterva di Presidenti delle commissioni parlamentari sia alla Camera che al Senato. Inoltre, non so con quali meriti, ha scoperto un Premier con più pregi che difetti, fortemente determinato a cambiare in meglio l’Italia, creando qualche sprazzo di fiducia tra gli Italiani che, nelle recenti elezioni europee, lo hanno premiato con oltre il 40 % degli elettori che si sono recati alle urne.

Ed ecco che arrivano puntuali i “distinguo”, le autosospensioni per motivi non molto significativi, le minacce di costituire gruppi autonomi ed altre iniziative di cui gli italiani, in questo particolare momento di difficoltà, non hanno veramente bisogno.

Voglio credere e sperare che questi signori contestatori  si rendano conto che così facendo,  rafforzano il potere contrattuale di Berlusconi ed i disegni di Grillo, i cui voti diventano sempre più importanti e determinanti nella trattative per le riforme costituzionali.

Ciò nonostante gli eredi legittimi del socialismo reale (leggi comunismo, fallito su tutti i fronti), non riescono a darsi pace, creando difficoltà di ogni genere in misura maggiore di quelle delle opposizioni dichiarate e scontate.

A questo punto sorge il dubbio che la colpa più imperdonabile di Renzi sia quella di provenire dalla Margherita e, quindi, dalla vecchia Democrazia Cristiana, l’eterna avversaria della sinistra storica.

Tuttavia, l’aspetto più interessante appare la determinazione dell’ex .Sindaco di Firenze, al quale non riesco ad intravedere alternative possibili, per cui, alla fine, qualcuno dovrà pur rimetterci la faccia. E’ assai verosimile che alla fine si ricorrerà al deprecabile “politichese”, estrapolando una clausola compromissoria che salverà le capre di Renzi ed i cavoli dei suoi oppositori interni.

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