Unioni civili: legge approvata con il voto di fiducia. A favore, quelli che hanno tradito l’elettorato. Di costoro, se ne ricorderanno gli elettori?
Voti favorevoli 372 voti, 51 contrari e 99 astenuti. Altri 108 onorevoli assenti ma pagati!
Roma, 11 maggio ore 20:07NEWS – Le Unioni Civili sono ormai legge dello Stato.
Con il voto di coloro che hanno tradito l’elettorato per la poltrona, Renzi, al quale va il merito di essere un dittatore non riconosciuto ufficialmente, ha portato a casa un’altra vittoria, sconfiggendo quei pochi rimasti fedeli ai propri elettori e l’opposizione interna al suo stesso partito.
Onore al merito.
LA NUOVA LEGGE – Cardine della legge, saranno due istituti completamente diversi che riguarderanno le coppie omosessuali e per le coppie etero.
Per le coppie omosessuali, con le unioni civili ci sono una serie di diritti e doveri molto forti, di fatto le avvicinano al matrimonio, riconoscendo il diritto alla reversibilità della pensione ma non le adozioni mentre vengono penalizzate, in questo senso, le convivenze eterosessuali, alle quali non viene riconosciuta la reversibilità (in attesa di un primo ricorso e sentenza che dovrà, per forza, estenderla!).
COSTITUZIONE dell’UNIONE CIVILE: si costituisce “di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni”. L’atto viene registrato “nell’archivio dello stato civile”.
COGNOME: le parti, “per la durata dell’unione civile, possono stabilire di assumere un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi. La parte puo’ anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome”.
OBBLIGHI RECIPROCI: “dall’unione deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione” ma senza l’obbligo di fedeltà previsto nel matrimonio. “Entrambe le parti sono tenute ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni”.
VITA FAMILIARE: “Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato”, come previsto nelle norme del diritto di famiglia.
REGIME PATRIMONIALE: il regime ordinario è la comunione dei beni, a meno che le parti pattuiscano una diversa convenzione patrimoniale.
PENSIONE, EREDITA’ E TFR: la pensione di reversibilità e il Tfr maturato spettano al partner dell’unione. Per la successione valgono le norme in vigore per il matrimoni: al partner superstite va la “legittima”, cioè il 50%, e il restante va agli eventuali figli e non più ad un eventuale figlio di uno dei due partner, che fino ad oggi era l’unico beneficiario
SCIOGLIMENTO: vengono applicate “in quanto compatibili” le norme della legge sul divorzio del 1970, ma senza il periodo di separazione.
ADOZIONI: le norme sulla stepchild adoption sono state stralciate. Nel maxi-emendamento è stata inserita una dicitura ultronea: “resta fermo quanto previsto e consentito in materia di adozioni dalle norme vigenti”, che dovrebbe consentire ai singoli Tribunali, per via giurisprudenziale, di concedere la stepchild adoption ai singoli casi concreti.
CONVIVENZE DI FATTO: sono quelle tra “due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”.
ASSISTENZA IN CARCERE E OSPEDALE: i conviventi hanno gli stessi diritti dei coniugi nell’assistenza del partner in carcere e in ospedale.
DONAZIONE ORGANI: Ciascun convivente “può designare l’altro quale suo rappresentante con poteri pieni o limitati in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere, per le decisioni in materia di salute; e in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie.
CASA: in caso di morte di uno dei partner, l’altro ha diritto di subentrare nel contratto di locazione. Se il deceduto è proprietario della casa, il convivente superstite ha diritto di continuare a vivere in quella abitazione tra i due e i cinque anni, a seconda della durata della convivenza. La convivenza di fatto è titolo, al pari del matrimonio, per essere inserito nelle graduatorie per le case popolari.
REGIME PATRIMONIALE: i conviventi “possono” sottoscrivere un contratto che regoli i rapporti patrimoniali, che può prevedere la comunione dei beni.
ALIMENTI: in caso di cessazione della convivenza, “il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall’altro convivente gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento”. Gli alimenti sono assegnati in proporzione alla durata della convivenza.