In Europa, una stima di 2,6 milioni di nuovi casi di neoplasia sono diagnosticati ogni anno. La neoplasia della prostata costituisce circa l’11% di tutte le neoplasie in Europa e costituisce il 9% di tutte le morti per neoplasia.
Chiediamo al dr. Roberto Giulianelli, presidente del IV congresso nazionale Ur.O.P., tenutosi presso il Centro Congressi della Casa di Cura Villa Tiberia, sita in Roma via Emilio Praga nr. 26, accreditata son il S.S.N., tel.06/820901, nei giorni 13, 14 e 15 u. s. dal titolo: Il carcinoma della prostata. Dalla diagnosi alla terapia: an update, quali sono stati gli aspetti salienti emersi durante l’evento scientifico.
La neoplasia della prostata è una condizione patologica che colpisce più spesso gli uomini maturi, mentre è rara nei giovani. La sua incidenza cresce esponenzialmente a partire dai cinquant’anni in su, di decade in decade, per raggiungere nella popolazione ottantenne un’incidenza dell’80-90%.
Esistono dei fattori di rischio? I fattori che determinano il rischio dello sviluppo della neoplasia prostatica non sono ben conosciuti; risponde il Dr. Giulianelli alcuni, però, sono stati identificati. Un importante fattore di rischio sembra essere l’ereditarietà. Se un paziente ha un parente di prima linea con neoplasia della prostata, ha un rischio doppio di sviluppare la malattia. Pazienti con neoplasia ereditaria di solito hanno un’insorgenza precoce, circa 6-7 anni prima dei casi sporadici . Differenti fattori esogeni condizionano il rischio di progressione dal cosiddetto carcinoma latente, cioè clinicamente non significativo, alla neoplasia clinicamente significativa. Fattori come il consumo di cibo (diete ricche di grassi animali, carne, povere di soia), consumo di alcool, scarsa esposizione ai raggi UV, schemi di comportamento sessuale ed esposizione occupazionali (cadmio, ad esempio) sono stati considerati fattori di causa. L’utilizzo invece di alimenti ricchi di sostanze antiossidanti, come il licopene (pomodori) o le vitamine (Vit E), sono considerate fattori protettivi.
Come si può fare diagnosi ? Gli strumenti diagnostici usati risponde il Presidente del Congresso per cercare la presenza di una neoplasia prostatica sono l’esplorazione digitorettale (DRE), il dosaggio plasmatico del PSA e l’ecografia transrettale (TRUS), con un valore di predittività se tutte e tre sono alterate dal 56 al 72%. La diagnosi, però, dipende dall’esecuzione di un prelievo nella ghiandola prostatica, effettuato sempre con biopsie multiple, non meno di 12 prelievi alla prima biopsia, ecoguidato, utilizzando un accesso o transrettale o transperineale, la cosiddetta BIOPSIA PROSTATICA. Il materiale ottenuto verrà inviato all’anatomopatologo permettendogli di porre o escludere la diagnosi di neoplasia, stabilendo l’eventuale grado di aggressività (score di Gleason) e l’estensione della neoplasia presente (interessamento di uno o entrambi i lobi, infiltrazione della capsula).
Qual’è la terapia? Risponde il Dr. Giulianelli L’utilizzo, ormai ubiquitario, di questi mezzi di diagnosi (PSA in modo particolare) ha aumentato sensibilmente, dagli anni ’90 ad oggi, il numero di pazienti che giunge alla nostra osservazione con malattia organo confinata, aumentando così il numero di pazienti a cui proporre, con intento curativo, un intervento chirurgico di asportazione completa della prostata (PROSTATECTOMIA RADICALE). Dopo 5 anni dal trattamento oltre il 90% di questi pazienti è libero da malattia se operato con malattia organo confinato, T2, mentre questo risultato scende sensibilmente se la malattia si è estesa localmente alla prostata, T3. Alternativa da sempre alla chirurgia è la radioterapia, a cui oggi si è affiancata una tecnica innovativa, l’HIFU, che utilizzando ultrasuoni ad alta frequenza, induce una necrosi coagulativa sui tessuti, garantendo dei risultati clinici estremamente soddisfacenti. A Villa Tiberia, da circa 1 anno utilizziamo l’HIFU nel trattamento di pazienti con neoplasia prostatica, con risultati incoraggianti. In tutti coloro in cui purtroppo la malattia viene individuata tardivamente con estensione della stessa sia a livello linfonodale o sistemico (osseo), la terapia medica, l’ormonoterapia, è quella che garantisce i migliori risultati. Conclude il dr. Giulianelli la neoplasia della prostata , oggi, se diagnosticata precocemente può essere curata con ottimi risultati!