Scienza

La strategia difensiva del bruco rosso del Borneo. Per gli scienziati si tratta di un pezzo dell’evoluzione

bruco rosso borneoNessun’ altra farfalla o falena costruisce un bozzolo di resina velenoso e mortale
In una foresta del Borneo un team di ricercatori ha scoperto un bruco rosso brillante e cosparso di peli neri che, invece della “seta”,   utilizza la resina tossica di un albero, per costruirsi un impenetrabile bozzolo velenoso dove compiere la sua metamorfosi in falena. Secondo il team guidato da  William Symondson della Cardiff University School of Biosciences, che ha pubblicato lo studio “Bornean caterpillar (Lepidoptera) constructs cocoon from Vatica rassak (Dipterocarpaceae) resin containing multiple deterrent compounds” sul Journal of Natural Histor, «Nessun altra farfalla o falena è nota per fare un bozzolo di un tale materiale».
Gli scienziati spiegano che quando si prepara a fare la sua metamorfosi «Il bruco si dirige verso la corteccia di una specie vegetale chiamata Vatica rassak. Utilizza la resina appiccicosa della linfa dell’albero per costruire un bozzolo progettato per tenere fuori gli ospiti indesiderati».
Molti bruchi di lepidotteri utilizzano pezzi di vegetazione tenuti insieme con la seta per costruire, mimetizzare o nascondere i loro bozzoli, ma, scrivono  i ricercatori: «Qui riportiamo il primo caso noto di un bruco che costruisce il suo bozzolo interamente in frammenti di resina, staccati dai  fogli di resina essiccata sul tronco di un albero e tenuti insieme con la seta.  La larva (probabilmente Negritothripa sp.  Delle Nolidae), nel Kinabatangan Wildlife Sanctuary nel Sabah, Borneo [Danau Girang Field Station, ndr], costruisce il bozzolo sul tronco della Vatica rassak (Dipterocarpaceae). L’analisi della resina dal bozzolo, utilizzando la gascromatografia-spettrometria di massa, ha rivelato una miscela complessa di 260 componenti, dominata   da sesquiterpeni e triterpeni. Molti di questi composti hanno proprietà difensive, proteggendo l’albero da erbivori e funghi. La larva sembra aver sviluppato un comportamento elaborato e forse unico, che le permette così di sfruttare le proprietà difensive della resina per proteggere la sua pupa dai predatori e/o dai funghi entomopatogeni».
Questo eccezionale bozzolo velenoso è costituito da due pareti separate, costruite con “fiocchi” di resina che il bruco tesse insieme con la seta. La resina viene lavorata  dal  bruco per assicurarsi che la parte interna sia liscia, mentre la superficie esterna viene difesa con punte taglienti, forgiate dai bordi grezzi dei “fiocchi” di resina. Questa barriera fisica rende il bruco, e più tardi la pupa, difficili da raggiungere. La resina contiene una vasta gamma di tossine e fago-inibitori  che garantiscono al bruco una buona protezione dai predatori.
Symondson si è imbattuto per caso in questo piccolo ingegnere chimico e racconta così la sua scoperta: «Ogni anno vado alla nostra stazione sul campo, a Danau Girang, sul fiume Kinabatangan. La mia specialità è entomologia e porto gruppi di studenti nella foresta per vedere degli invertebrati incredibili, dalle farfalle sgargianti agli scorpioni. Un giorno ho notato questo strano bruco rosso comportarsi stranamente su una pezzo di resina sul tronco di un albero e l’ho segnalato agli studenti. Il bruco che aveva attirato la mia attenzione è principalmente rosso vivo e peloso. Sono tornato a intervalli durante il giorno ed ho  fotografato le varie fasi di costruzione del bozzolo. Non avevo mai sentito parlare di un qualsiasi bruco che costruisca il suo bozzolo in resina, ma al momento pensavo che dovesse  essere un comportamento ben noto. Quando sono tornato in Gran Bretagna ho subito cercato in letteratura, ma non sono riuscito a trovare nulla. Poi ho contattato diverse persone al Natural History Museum in London, incluso Jeremy Holloway,  l’autore di molti volumi sulle falene del Borneo, ma nessuno aveva visto o sentito parlare prima di un tale comportamento».
Il colore rosso vivo del bruco viene spesso utilizzato da diversi animali, compresi gli insetti, per indicare ai predatori che sono tossici e non vale la pena attaccarli. Questi animali spesso estraggono il  veleno dalle piante che mangiano e quindi lo conservare nei loro  tessuti come difesa. «Questa è stata una delle ragioni per cui abbiamo analizzato la composizione chimica della resina che stava utilizzando per costruire il suo bozzolo. La resina ha mostrato di essere carica di sostanze chimiche deterrenti – spiega ancora Symondson – Non sappiamo di altri casi, in qualsiasi parte del mondo, di un bruco che faccia un bozzolo di fiocchi di resina».
Ora gli scienziati si chiedono come questo piccolo bruco sia arrivato ad utilizzare una strategia difensiva tanto originale. «Si tratta di un meraviglioso pezzo di evoluzione, perché la resina è altamente tossica e viene da chiedersi come questa specie di bruco abbia iniziato ad utilizzare un materiale così pericoloso – dice Symondson –  I parenti di questa falena fanno bozzoli su pezzi di corteccia e quindi è probabile che alcuni individui che per primi hanno incluso una percentuale di resina nella loro bozzolo, così come la corteccia, siano sopravvissuti meglio. La resina non nasconde solo fisicamente la pupa in modo perfetto ma qualsiasi predatore curioso, uccello o insetto, deve anche superare una barriera altamente tossica. Pochi possono essere in grado di farlo. Ancora non sappiamo di che specie si tratti. Ricerche nella stessa zona non sono riuscite a trovare un altro esempio di questo lepidottero. Se riuscissimo a trovare un bozzolo con la pupa ancora al suo interno, potrebbe schiudersi e il mistero sarebbe risolto»
Non è la prima volta che Symondson scopre “nuove” specie: «Qualche anno fa abbiamo scoperto la  Ghost Slug [Selenochlamys ysbryda – lumaca fantasma, ndr], che è finita nella top 10  delle nuove specie scoperte dell’anno. Era completamente nuova per la scienza. L’ abbiamo trovata sul retro di un giardino a Cardiff, quindi non bisogna andare in posti esotici per trovare qualcosa di nuovo. Ma se andate in vacanza in qualche posto esotico, interessatevi a quello che c’è intorno a voi, incluse quelle che vengono mangiate. Tenete gli occhi aperti ed anche voi potrete fare nuove scoperte».

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