Scoperte nuove cause dell’ingrandimento del “buco dell’ozono”
Dall’Ottobre del 2009, a bordo della nave tedesca ”Sonne”, lo scienziato Markus Rex dell’istituto di ricerca Alfred Wegene, ha condotto uno studio per misurare le sostanze presenti nell’atmosfera dell’Oceano Pacifico Tropicale Occidentale.
La ricerca ha permesso di raccogliere numerosissimi dati che hanno confermato la mancanza di Ozono per diverse migliaia di chilometri. La mancata presenza di uno strato detto OH, utile per il filtraggio delle sostanze naturali e artificiali immesse nell’atmosfera, altererebbe nel tempo la composizione di Ozono ai Poli, accentuando l’ulteriore processo di ingrandimento del famoso “buco dell’Ozono” e apporterebbe dei significativi mutamenti climatici nei prossimi anni.
Un ulteriore studio condotto da un gruppo di ricercatori, coordinato da Johannes Laube, dell’università britannica East Anglia, e pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, ha portato alla scoperta di 4 nuovi gas provenienti dalla famiglia dei clorofluorocarburi e degli idroclorofluorocarburi, causa della diminuzione dello strato di Ozono a ridosso dei poli.
La ricerca ha evidenziato che i 4 gas hanno iniziato ad accumularsi in atmosfera dal 1960 e due di questi continuano ad aumentare costantemente. Le prime stime parlano di ben 74.000 tonnellate riversate in atmosfera fino al 2012, risultando in contrasto con il Protocollo di Montreal, il trattato internazionale che impone l’eliminazione delle emissioni di sostanze nocive per l’ozono.
La fonte di questi gas nocivi, però, è ancora oscura all’equipe di ricercatori anche se, con molta probabilità, potrebbero essere i prodotti chimici utilizzati come materie prime per la produzione di insetticidi e solventi per la pulizia delle componenti elettroniche.