(ANSA) – Una ‘trappola’ capace di ingabbiare il plasma solare: è questa la causa di alcune delle più misteriose aurore polari. Grazie ai dati di Cluster, una missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), un gruppo di ricercatori coordinato da Robert Fear, dell’università britannica di Southampton, ha scoperto e pubblicato sulla rivista Science il meccanismo che porta alla formazione di un particolare tipo di aurore, chiamate Teta.
Spettacoli naturali
Le aurore polari sono tra i più spettacolari fenomeni naturali, una sorta di ‘bagliore’ colorato nel cielo che si verifica a causa dello ‘scontro’ tra le particelle degli strati alti dell’atmosfera del nostro pianeta e il flusso di particelle emesso dal Sole, chiamato vento solare. Questi ‘scontri’ avvengono nelle regioni polari, in corrispondenza delle quali il campo magnetico terrestre è talmente intenso da deviare una parte del vento solare in direzione dei poli.
Le aurore non sono tutte uguali
Le aurore però non sono tutte uguali, ne esistono infatti due tipi: le ovali, che si verificano a latitudini più basse, e le teta, più vicine ai poli e con una caratteristica forma che ricorda la lettera greca teta. Mentre le prime sono state sufficientemente comprese, i meccanismi che portano alla formazione delle aurore teta risultano per alcuni aspetti ancora misteriosi.
Grazie ai dati raccolti da Cluster, una costellazione di 4 satelliti ideati per studiare il campo magnetico terrestre, i ricercatori britannici sono riusciti a comprendere i motivi che differenziano i due tipi di aurore. Le Teta non sarebbero infatti dovute allo scontro con il vento solare bensì all’interazione con ‘sacche’ di particelle cariche (plasma) che si formano negli strati alti dell’atmosfera. Sono vere e proprie ‘trappole’ nelle quali si accumulano particelle solari che solo successivamente interagiscono con l’atmosfera, formando aurore diverse dal normale, dalla particolare forma ‘a Teta’.