“Oggi celebriamo con grande gioia i 95 anni di storia e futuro del Cnr alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, dei vicepresidenti di Camera e Senato Mara Carfagna e Ignazio La Russa, del ministro dell’Istruzione dell’università e della ricerca Marco Bussetti, del ministro dell’economia Giovanni Tria, del presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei Giorgio Parisi, del capo di stato maggiore della marina ammiraglio Valter Girardelli e altre alte cariche dello Stato e della ricerca. La visione di una scienza a tutto campo guidò Vito Volterra che nel novembre di 95 anni fa, fondò il Consiglio nazionale delle ricerche presso l’Accademia nazionale dei Lincei, di cui fu presidente”, ha detto il presidente del Cnr Inguscio. “Questo carattere globale ha consentito al Cnr di far nascere e sviluppare in Italia grandi avventure trasversali come quelle della genetica, del laser, del calcolo elettronico, di internet e più recentemente in campi fortemente interdisciplinari come quelli fondamentali legati ai cambiamenti climatici, allo stato di salute della terra e della crescita sostenibile secondo gli impegni degli Accordi di Parigi del 2015 e dell’Agenda Onu 2030. Migliaia di donne e di uomini fortemente motivati lavorano per la ricerca pubblica su tutto il territorio nazionale e all’estero in uno spettro amplissimo di saperi che va dalla matematica e fisica alla medicina, dall’agricoltura all’economia, alla sociologia e psicologia, dalla storia e filosofia al diritto, all’archeologia e ai beni culturali, con notevolissimi risultati in Italia e nel mondo. Il Cnr è il primo per numero di Erc e famiglie di brevetti in Italia e guida diverse flagship finanziate dalla Ue tra cui Bluemed per l’economia sostenibile del mare e quella sulle comunicazioni e tecnologie quantistiche. Il nuovo piano strategico darà ulteriore impulso alle nuove ricerche per aree di eccellenza, iniziative di trasferimento tecnologico, dottorati industriali e altre forme di partnership con le migliori università e imprese più innovative sul territorio. Si tratta di un patrimonio straordinario di cultura scientifica e ricerche, di nuove scoperte e studi di frontiera da proteggere e valorizzare – così come sta facendo il Cnr – con impatti determinanti sull’innovazione, il progresso, lo sviluppo sociale, culturale, scientifico, economico e industriale dell’Italia e dell’Europa”.
Il premier Giuseppe Conte ha affermato: “Una delle principali sfide che il Consiglio nazionale delle ricerche ha raccolto in questi primi novantacinque anni di vita è stata proprio quella di contribuire a diffondere e incoraggiare lo sviluppo dei saperi, favorendo la diffusione di una autentica ‘cultura della ricerca’, capace di contagiare sempre più donne e uomini, soprattutto i giovani e i giovanissimi. Il valore della cultura non esprime solo un significato in sé, ma costituisce anche un fattore decisivo per la crescita economica e sociale di una Nazione. Ed è evidente che tanto più ricco è il patrimonio di saperi che una comunità politica possiede, tanto più quella comunità appare in grado di affrontare le molteplici sfide che l’attendono. La diffusione del sapere consente ad ogni donna e ad ogni uomo di essere pienamente partecipe della propria comunità, di poter esercitare consapevolmente i suoi diritti, in particolare i diritti politici. La scienza è anche uno dei più efficaci strumenti per contrastare le disuguaglianze”.
“L’impegno profuso in questi 95 anni per lo svolgimento, la promozione e la diffusione della ricerca scientifica e tecnologica rende il Cnr un pilastro essenziale allo sviluppo economico e sociale del nostro Paese”, ha dichiarato il ministro Bussetti: “Il nostro maggior Ente pubblico di Ricerca, grazie alle sue eccellenze scientifiche, occupa un posto di rilievo anche a livello internazionale. Il mondo globale consiste nell’interconnessione di ogni luogo del pianeta operata dalla scienza, dalla tecnologia e dall’economia. Per tale motivo considero dirimente il tema della ricerca, dell’innovazione e della formazione ad essa connessa. Occorre che la ricerca diventi veramente motore dell’innovazione e della crescita del Paese. Viviamo nella società della conoscenza, e l’Italia ha il dovere storico e culturale di essere sempre protagonista. È attraverso la valorizzazione della ricerca che progettiamo un futuro di prosperità e di benessere individuale e collettivo”.