Il tempo, questo sconosciuto…..
Ovviamente non ci riferiamo alla quarta dimensione di Albert Einstein ma molto più semplicemente al fenomeno del quale stiamo soffrendo il caldo in questi giorni. Cos’è, un’estate fuori stazione?…..
un impazzimento degli elementi atmosferici, alla strega di quelli dei computers, che, se, improvvisamente, i computers cominciano “a dare i numeri”, non ci si capisce più niente e si dice che siano impazziti….per cui gli operatori si ritrovano di fronte ad un “war game” da cui si aspettano imminente una catastrofe cosmica e invece…….non avviene nulla?…..no; niente di tutto questo. Einstein, indubbiamente, ci entra perché dobbiamo al suo cervello e al suo genio l’apertura all’umanità di quelle leggi che ci permettono di capire che cosa sta accadendo e sarebbe difficile non farcelo entrare anche dal momento che, dovunque ci voltiamo, se abbiamo la pazienza di soffermarci un momento con l’attenzione e con il ragionamento anche sul più insignificante movimento di elementi o fenomeno che, con l’attenzione, “scopriamo” esistente avanti ai nostri occhi, ci troviamo di fronte alle leggi scoperte da lui e che “regolano” e “reggono” l’Universo….per cui!?…….dunque, niente di tutto questo ma per scendere molto più semplicemente, non che umilmente, alla nostra realtà quotidiana, diamo un significato a questa ondata di caldo….anomalo….che da alcuni giorni imperversa sul nostro paese…..”anomalo”, abbiamo detto, ma, se facciamo bene attenzione ad alcune nozioni, ci accorgiamo che non è proprio tale. Sono numerosi anni, ormai, che intorno a giugno, proprio, e il fenomeno si estende anche a luglio e ad agosto, “fa capolino” sul nostro paese e in quasi tutta l’Europa, l’Anticiclone Africano. Nonostante il caldo che porta questo, non è l’estate, portata da noi, dall’Anticiclone delle Azzorre. Perché avviene questo e da quanto tempo avviene? È presto detto; una cinquantina….una sessantina di anni or sono, Ruggero Orlando, voce storica delle corrispondenze della Rai Corporation da New-York, in un TG della notte, diede questa notizia: “Gli scienziati della NASA a seguito dei calcoli di rilevazione effettuati, hanno scoperto che l’inclinazione dell’asse terrestre si è spostata di alcuni milionesimi di grado (dato il tempo trascorso, non disponiamo di dati più precisi) e la Terra ha cambiato forma in quanto si è appiattita ulteriormente, dai dati che erano a disposizione dai tempi passati, ai due poli.” Dai tempi in cui è stata diffusa questa notizia, ai giorni nostri, sono trascorsi intorno ai sessanta anni e abbiamo avuto sempre di più l’impressione che il tempo meteorologico sia andato lentamente modificandosi; le stagioni, non più quattro ben definite, hanno cominciato a compattarsi in due dall’andamento, tante volte, enigmatico e le perturbazioni che, una volta, a memoria nostra, interessavano le latitudini alte del nostro continente, hanno interessato sempre più frequentemente e intensamente proprio il nostro paese, sempre famoso per una sorta di primavere e di estati dall’andamento incontrastato. Indipendentemente da questi fenomeni, c’è l’allarme, a livello mondiale, di un più rapido sciogliersi dei ghiacci ai due poli. Si da la colpa al “buco dell’ozono”, ai vari tzunami che si sono verificati specialmente nell’emisfero orientale, ma, riteniamo a livello deduttivo, ovviamente, che questi, con i fenomeni definiti, ci entrino poco o niente, ma che, al contrario, siano essi una conseguenza dei due rilevamenti accertati scientificamente e non una causa perché, appiattendosi, la Terra, ai due poli, è evidente che, per la legge di Loivoiser e per la forza centrifuga risalente al suo moto, essa si sia allargata all’equatore e i raggi del Sole, che influenzano i fenomeni di trasformazione dell’atmosfera, abbiano cambiato angolo di incidenza sulla superficie terrestre, per cui le perturbazioni, le aree cicloniche, che prima si formavano e interessavano una latitudine, oggi, a seguito di tali trasformazioni strutturali, interessino, una latitudine più bassa e, comunque, diversa. Sul planisfero o sulla carta geografica, questa differenza di spazio può essere vista o calcolata in un millimetro o due, ma questo misura corrisponde a migliaia di chilometri di differenza sul territorio reale per cui è facilissimo calcolare e rendersi conto che una perturbazione che prima imperversava a gennaio o a febbraio, sulla Germania, a causa di queste trasformazioni, interessi, adesso, a marzo o ad aprile l’Italia e, su queste deduzioni possiamo arrivare a capire la ragione per cui l’Anticiclone Africano, che prima quasi non si conosceva, adesso imperversi sempre più frequentemente sul nostro paese e su gran parte dell’Europa, mentre l’Anticiclone delle Azzorre ce lo stiamo dimenticando ogni anno di più. Certo, sono dati, nozioni e deduzioni che i vari servizi delle previsioni meteorologiche non forniscono assolutamente al grande pubblico in quanto non verrebbero nemmeno recepiti; ma questo non significa che non esistano e, inoltre, nel nostro caso, essi sono sintetizzati al massimo altrimenti andremmo a fare un trattato scientifico con un risultati, sul grande pubblico, ancora più deludenti. Il discorso potrebbe continuare, su un fenomeno di grande attualità che è una calamità, il terremoto, ma esso sarebbe estremamente più lungo, articolato e complesso, per cui, solo per renderci conto della sua natura, della sua evoluzione e dei suoi risultati o effetti, ci basti considerare che il suo accadere e la sua evoluzione sono strettamente connessi, tutti, alle leggi prima accennate, come le stagioni e il tempo meteorologico ma, che a differenza di questi, non può essere assolutamente previsto.