“Solar Impulse” nell’occhio dei “cicloni”
Roma, 4 luglio – Bene; la “tempesta” è passata e, per gli amanti della poesia, è arrivata la “quiete” e il “Solar Impulse”, decollato dalla Cina con destinazione Hawaii, dopo la forzata sosta nella città giapponese di Nagoya dovuta alle particolari avverse condizioni atmosferiche è decollato e, dopo un volo ininterrotto in solitaria durato ben 117 ore e 52 minut per 7.200 km, è riuscito ad atterrare felicemente alle Hawaii, come era nei suoi programmi.
Per fare un irriverente accostamento di natura astronomico-spaziale, possiamo ripetere la battuta che con cui Neil Armstrong battezzò il primo allunaggio della storia; “Un piccolo passo per l’uomo; un grande passo per l’umanità”.
L’impresa spaziale, cui facciamo riferimento, è ancora immersa nel mistero, ma il “Solar Impulse”, invece è realtà e scienza e ci fornisce la dimostrazione che la radiazione solare è energia e può essere sfruttata come fonte energetica pulita in sostituzione del petrolio la cui combustione è inquinante ed è questo il grande problema di quest’apparecchio.
Le immagini più suggestive ci propongono il “Solar Impulse” “in notturna” con i quattro motori accesi contro la visione della pista d’atterraggio segnata dalle lampade o contro il paesaggio e il cielo neri.
Visioni certamente affascinanti come è accattivante la prospettiva che questa tecnologia ci mette a disposizione per il futuro; la copertura di qualsiasi distanza sulla terra, per via aerea, innanzi tutto, e non escluse quelle su strada, su ferrovia e via mare, a costo di carburante zero, ma lasciamo il fascino delle romanticherie per dedicarci alle realtà lapidarie della situazione.
Già si è parlato, una cinquantina di anni or sono, alle prime avvisaglie della necessità di combattere l’inquinamento da petrolio, di un motore ad acqua, per le autovetture private. Allora la cosa aveva il sapore della fantascienza ma, chi era addentro agli studi tecnologici, sapeva benissimo che, sebbene non ancora realizzabile, il principio dell’elettrolisi, risolveva questo problema e, già da allora, il concetto beneficiò dell’attenzione della Fiat.
Oggi, il progresso tecnologico ci dice che questa tecnologia, come quella dell’energia solare, sono realtà, ma, ahimè!, ci dice anche altre due cose… innanzi tutto si tratterebbe di una rivoluzione a livello planetario forse anche superiore a quella delle telecomunicazioni, e, secondo, che, questa rivoluzione, realizzabilissima a livello tecnologico, si scontrerebbe con i potenti interessi economici dei potentissimi gruppi di potere sovrannazionali che dominano tutto il mondo senza esclusione di colpi, per cui il problema di mettere in scala industriale questi prodotti, non è più tecnologico, ma strettamente economico.
Possiamo considerare risolto il problema del “Solar Impulse” con un acquietamento dopo una “tempesta” meteorologica che ne conferma le possibilità tecnologiche?
Certamente no; perché la vera “tempesta” che ne impedirà lo sviluppo su scala industriale, verrà dopo e non sarà di natura meteorologica, né, tanto meno… poetica.