Roma, 03 novembre 2017 – Nonostante l’impegno e l’esplorazione in tutte le direzioni percorse dagli scienziati di tutto il mondo per sconfiggere l’invecchiamento, i risultati sono implacabili: rallentare sì, cancellarlo no.
L’università dell’Arizona guidato da Joanna Masel, lo ha dimostrato con un’equazione matematica, pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas.
Masel commenta: L’inesorabilità dell’invecchiamento, nonostante l’impiego delle molecole ‘elisir’ capaci di stimolare il rinnovamento dei tessuti e le cui sperimentazioni hanno dato risultati promettenti nei topi, è il fatto che le cellule rallentano e iniziano a perdere le loro funzioni, mentre alcune aumentano la loro attività, finendo per causare tumori. Anche se si riuscisse a fare una ‘selezione perfetta’, eliminando le cellule malfunzionanti e tenendo quelle buone, l’invecchiamento comunque vincerebbe, perchè le cellule tumorali barano quando competono con le altre. “Quando si invecchia, molte cellule perdono le loro funzioni e smettono di crescere, mentre alcune crescono in modo squilibrato”. È come se si fosse in un vicolo cieco: se ci si sbarazza delle cellule malfunzionanti, si apre la strada alla crescita di quelle cancerose, mentre se si eliminano o si frenano queste ultime, si accumulano quelle malfunzionanti. “Si può risolvere un problema, non entrambi” conclude Joanna Masel.
Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell’università Roma Tor Vergata è d’accordo con questa tesi: “L’invecchiamento è irreversibile, perchè intrinseco al processo di crescita. Progressi sono stati fatti per individuare i geni coinvolti e strategie per interventi terapeutici negli uomini. Ma il processo sostitutivo cellulare e l’equilibrio tra morte cellulare e cancro è inevitabile”.