Roma, 22 gennaio – (ansa) Fotografata per la prima volta la ‘morte’ di un campo magnetico: è quello di un asteroide formatosi durante la nascita del Sistema Solare e al cui interno i ricercatori dell’Università di Cambridge guidati da Richard Harrison sono riusciti a trovare traccia dell’ultimo ‘respiro’. Lo studio, pubblicato su Nature, getta nuova luce sui meccanismi di formazione e di ‘spegnimento’ dei campi magnetici generati all’interno dei corpi celesti e aiuta a capire meglio il campo magnetico del nostro pianeta.
La Terra è uno dei pochi pianeti del Sistema Solare ad avere oggi un campo magnetico eppure, miliardi di anni fa, anche molti asteroidi ne possedevano uno. A dar vita al campo magnetico dei pianeti è il calore, o meglio la presenza al loro interno di una sorta di gigantesca ‘dinamo’: a produrre il campo è la rotazione di un nucleo ‘ferroso’ circondato da uno strato ‘liquido’.
Il raffreddamento e quindi la ‘solidificazione’ dello strato liquido rallentano sempre più la rotazione del nucleo fino alla ‘morte’ del campo magnetico. Analizzando frammenti di asteroidi i ricercatori britannici sono ora riusciti per la prima volta a trovare le ‘impronte’ lasciate dal campo magnetico nelle sue ultime fasi.
“Studiare il campo magnetico – ha spiegato Harrison – è uno dei pochi modi che abbiamo per ‘esplorare’ l’interno di un pianeta”, per questo comprendere i dettagli delle ultime fasi di ‘vita’ del campo magnetico può rivelarsi fondamentale per comprendere come evolverà anche il nucleo interno del nostro pianeta. “Essendo gli asteroidi molto più piccoli della Terra – ha spiegato James Bryson, uno degli autori – essi si sono raffreddati più rapidamente e possiamo sapere in anticipo quello che avverrà anche all’interno del nostro pianeta”.