Scienza

Parliamo con il dott. Giulianelli, della c.d.c. “ Villa Tiberia”, delle “neoplasie della vescica”

Abbiamo intervistato il dott. Giulianelli, della Casa di Cura  “ Villa Tiberia”,   sulle “ neoplasie della vescica non muscolo invasive: an update”

 

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Le neoplasie della vescica costituiscono oggi per incidenza la nona patologia di più frequente riscontro nel mondo. La loro distribuzione rispetto al sesso è differente, in quanto continua ad essere più frequente nel maschio che non nella donna.
Osserviamo una minore incidenza nella popolazione giovanile, infatti nel 90% dei casi è interessata la popolazione con un’età superiore ai 55 anni di età .

Chiediamo al Dott. Giulianelli, presidente del III corso di Endourologia, che si svolgerà a Roma, via Mario Rapisardi nr.27, tel.06/820901, presso la sala convegni della Casa di Cura “Villa Tiberia”,  dal 12 al 13 marzo pv, qual’è l’incidenza di queste neoplasie?

I dati relativi al 2000 evidenziavano circa 336.000 di nuovi casi di neoplasie della vescica . Considerando la distribuzione territoriale individuiamo delle aree a maggiore rischio come, l’Egitto, l’Europa Occidentale e l’America del Nord, mentre l’Asia è sicuramente un’area meno esposta alla malattia . 

In Europa osserviamo una diversa incidenza fra aree come Spagna e Italia del nord a maggiore incidenza (con più di 30/100000) , rispetto a Francia, Germania e Inghilterra con dati intermedi ed invece l’Europa del nord e dell’est a minore incidenza.

Quali sono i dati relativi a sopravvivenza e mortalità?

I dati riguardanti la mortalità per neoplasie della vescica erano fino agli anni ’90 attestati a 7/100000 per il sesso maschile e 1,5/100000 per il sesso femminile, per ridursi di un 16% e 12% rispettivamente, 6/100000 e 1,3/100000, nei primi anni del ventunesimo secolo

La sopravvivenza è migliore nel sesso maschile rispetto a quello femminile (70% vs 67%), grazie alla più frequente precocità della diagnosi effettuata.

Quali sono oggi i più importanti fattori di rischio?

Il fumo di sigaretta e l’esposizione lavorativa sono oggi considerati i più importanti fatti di rischio in termini di carcinogenesi, cioè di possibilità a indurre lo sviluppo della malattia .

Il fumo di sigaretta è sicuramente il più importante sia per il sesso maschile , ma soprattutto per quello femminile. Il rischio oggi di un fumatore di sviluppare una neoplasia della vescica è quantizzato nell’ordine dalle due alle quattro volte maggiore di quello di un non-fumatore, rischio inoltre correlato alla durata e al numero di sigarette/die assunte. Il rischio di sviluppare una neoplasia della vescica si riduce del 30% circa dopo1-4 anni dalla sospensione dell’abitudine e del 60% dopo 25 anni.

Per quanto riguarda i rischi occupazionali, invece, costituiscono complessivamente dal 5 al 20% delle cause che favoriscono lo svilupparsi di una neoplasia della vescica . Da sempre le amine aromatiche e gli idrocarburi aromatici policiclici rappresentano tra gli agenti chimici più pericolosi, così come le categorie dei verniciatori , dei laccatori e acconciatori di capelli quelle con maggiore incidenza per lo sviluppo della neoplasia della vescica.

E la dieta svolge un ruolo?

Uno studio Europeo ha recentemente evidenziato come sia una dieta povera in frutta che in vegetali aumentavano il rischio di sviluppare una neoplasia della vescica. Invece una dieta con un apporto di Vit A, Vit B6 e Vit C effettuava un’azione chemiopreventiva .

Come si manifesta la malattia?

Il sintomo di più frequente riscontro è la comparsa di urine rosse, la cosiddetta ematuria, spesso associate a stimolo minzionale continuo, senza bruciore, con a volte emissione di coaguli. E’ possibile però che sia in chi effettua terapia con anticoagulanti o dopo uno sforzo massivo o durante una cistite, si possa manifestare lo stesso quadro clinico , allarmando in modo ingiustificato il paziente. Attenzione però a non sottovalutare mai la presenza, soprattutto se ripetuta, di urine rosate o ancor più rosse!

Come effettuare correttamente la diagnosi?

Le Linee Guida sia Internazionali che Nazionali individuano l’ecografia sovrapubica come la metodica di scelta per una corretta diagnosi di una neoformazione vescicale, essendo una tecnica non invasiva, di facile esecuzione e reperibilità sul territorio. Solo in caso di un sospetto clinico non risolto dall’esame ecografico la diagnosi può essere affidata all’approccio endoscopico, mediante l’uretrocistoscopia. Ad integrazione dei due esami può essere opportuno effettuare la ricerca nelle urine del paziente della presenza di eventuali cellule neoplastiche mediante un’esame , anch’esso non invasivo, di facile esecuzione e reperibilità sul territorio, l’oncocitologia urinaria. La citologia ha un’alta specificità, superiore al 90%, ma una bassa sensibilità , minore del 50%.

Come trattare una neoplasia della vescica non muscolo invasiva?

Il trattamento di questa patologia è oggi standardizzato e consiste in un trattamento cosiddetto “bladder sparing” cioè di risparmio dell’organo, mediante una tecnica miniinvasiva, endoscopica, transuretrale, in anestesia locoregionale, di asportazione della o delle neoformazioni in toto, affinchè l’anatomopatologo possa studiarle e dare una precisa caratterizzazione sia del suo grado di aggressività che di estensione. La “chirurgia open” di questo tipo di lesioni è oggi circoscritta a casi ultraselezionati.

Questo ci permetterà di dividere complessivamente queste lesioni in tre gruppi :

a) a basso rischio costituito da una neoplasia singola, Ta, PUMPL, di dimensioni < 3 cm

b) a rischio intermedio costituito da una neoplasia sia singola o multipla, Ta-T1, di dimensioni > 3 cm.

c) a alto rischio costituito da una neoplasia sia singola o multipla, T1, HG, con CIS associato, di dimensioni > 3 cm.

“ Tutti questi temi ed altri ancor più specialistici”, conclude il dottor Giulianelli “ saranno affrontati nel nostro incontro scientifico, giunto al terzo anno, che si svolgerà il 12 e 13 Marzo pv, riunendo sia urologi laziali che provenienti da tutta Italia esperti di questa problematica di così grande interesse non solo scientifico, ma anche sociale, riuniti sotto l’egida dell’Ur.O.P., di cui sono il segretario nazionale”.


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