Roma, 26 maggio – Con le nuove tecniche scientifiche, un altro mistero è stato svelato.
Questa volta, l’oggetto dell’indagine è uno dei due pugnali trovati accanto alla mummia di Tutankhamon, scoperta nel 1925 dall’archeologo Howard Carter.
Secondo quanto pubblicato sulla rivista Meteoritics and Planetary Science, lo studio condotto dal gruppo di ricerca internazionale al quale l’Italia partecipa con i Politecnici di Milano e Torino, università di Pisa e Cnr, accanto a museo Egizio del Cairo, università del Fayoum e società XGlab, ricorrendo alla tecnica non invasiva della fluorescenza di raggi-X eseguita nel dicembre 2014, ha accertato che la lama di ferro del pugnale contiene nichel (10 %) e cobalto (0.6%) in concentrazioni tipicamente osservate nelle meteoriti metalliche.
Infatti, nel deserto egiziano, ancor oggi è facile raccogliere metallo proveniente dagli innumerevoli meteoriti caduti.
Lo studio conferma come gli antichi Egizi attribuissero un grande valore al ferro di origine meteoritica, usandolo per la produzione di oggetti preziosi nonchè l’alto livello già raggiunto nella lavorazione del ferro all’epoca di Tutankhamon.