Pecore: dalla lana al sangue
Los Angeles, 4 aprile – L’uomo non ha limiti nell’uso degli animali sia a beneficio umanitario, si fa per dire, che a quello proficuo per il portafoglio.
Topi, cani, conigli, mucche, cavalli, scimmie, maiali, galline, sono sottoposti a disumani trattamenti per sperimentare prodotti farmaceutici o di ogni altro genere e fermiamoci qui per non parlare degli usi impropri.
Per esempio in un supermercato di origine thailandese/cinese a Los Angeles, i pesci “vengono venduti come freschi’ ossia dall’acqua alla padella ma prima costretti a non ricevere cibo per giorni e molti a morire di fame nell’acquario che li “ospita”. Infatti alcuni di essi giacciono morti sul fondo senza essere rimossi… Nessuno ci fa caso senza neppure pensare alla contaminazione con il pesce che va in putrefazione… del resto cos’è un pesce?
Pensiamo alle aragoste gettate vive nell’acqua bollente di cottura… non soffrono? Meglio ammazzarle con un colpo alla “nuca” evitando loro tanto dolore.
Ora abbiamo anche le pecore che, oltre ad essere donatrici di latte e della lana per la quale vengono rasate, ovviamente senza grande delicatezza, con il “progresso” ci offrono anche il loro sangue.
Il sangue di pecora è considerato come il migliore diventando molto importante per l’industria medica e coprono un’enorme fetta del mercato internazionale.
In America “Quad Five Ranch” a Ryegate, una piccola cittadina nel Montana, è uno dei cinque mercati specializzati nella distribuzione del sangue di pecora, ottimo per la produzione di colture cellulari negli agar plates tanto da essere venduto a 46$ al litro.
I sacrifici degli animali a beneficio dell’uomo sono una piccola goccia e non certamente in grado di aiutarlo a salvarsi dall’inquinamento quotidiano da lui stesso provocato e che colpisce anche il bestiame di cui si alimenta.