Per questo, per noi cinquantenni di oggi, Moore è stato 007 più dell’attore scozzese, perché negli anni della nostra adolescenza Bond era lui. Con il suo tipico aplomb britannico, il suo umorismo d’oltremanica, i vestiti sempre in ordine anche se si trovava a rincorrere il cattivo di turno su un motoscafo in mezzo al mare o sulla neve, con ai piedi un paio di sci.
Il suo primo Bond fu nel 1973, con il film “Agente 007 – Vivi e lascia morire” e insieme a Sean Connery è tuttora il più riconoscibile e apprezzato interprete del personaggio, tanto che è l’attore ad aver interpretato più volte la celebre spia inglese inventata da Ian Fleeming.
Ma Roger Moore, sempre per noi cinquantenni, è anche uno dei famosi due ai quali bisognava stare sempre attenti. L’altro era l’attore americano Tony Curtis, che ci ha lasciato qualche tempo fa. Insieme interpretarono quella serie intitolata, appunto, “Attenti a quei due” che spopolò in Tv negli anni ‘70 e la cui sigla è ancora oggi riconoscibilissima.
A contribuire alla sua fama fu anche un’altra serie Tv, intitolata “Il Santo”, nella quale interpretava il ladro gentiluomo Simon Templar.
Dal 1991 Roger Moore è Ambasciatore Umanitario per conto dell’Unicef, che tutela i diritti dell’infanzia diventando Sir nel 2003, quando la Regina Elisabetta II lo ha nominato Cavaliere dell’Impero Britannico.
Moore era nato a Londra il 14 ottobre 1927.