12 Years a Slave
dalla nostra corrispondente da Los Angeles Maristella Santambrogio
“12 Years a Slave” ha già creato critiche ai distributori italiani costretti, dalla Summit Entertainment, a scusarsi per aver pubblicizzato il film usando nei posters le immagini di Michael Fassbender e Brad Pitt e non quella dell’attore inglese protagonista Chiwetel Ejiofor.
Il film supernominato, inclusi Ejiofor quale miglior attore protagonista e Lupita Nyong’o quale miglior attrice non protagonista, è diretto da Steve McQueen (“Hunger” “Shame”).
La sceneggiatura co-scritta da McQueen e John Ridley è basata in parte sulla storia di Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), nato libero benchè nero, rapito a Washington nel 1841 e venduto come schiavo al sadico padrone Edwin Epps (Fassbender) che obbligava i suoi schiavi a raccogliere 200 pounds di cotone al giorno altrimenti infliggeva loro una punizione con frustate. Ejifor, come tutti gli schiavi, era considerato meno delle bestie da soma e fu costretto a vivere soprusi, sofferenze e umiliazioni. Per l’aiuto inaspettato di una persona con grandi sentimenti umani (Brad Pitt in un piccolo cameo), riesce ad essere liberato, tornare in famiglia e a poter pubblicare i suoi 12 anni da schiavo.
Il film intenso e drammatico per i dettagli dolorosi della vita degli schiavi, magistralmente diretto e interpretato, segue la scia dei precedenti film sul tema dello schiavismo: “Django” di Tarantino e “Lincoln” di Spielberg.
Il film si svolge prima della Guerra Civile Americana quando per i negri non esistevano diritti civili.
Una lunga strada di ingiustizie e sangue che umilia la storia Americana e’ stata percorsa dal popolo di colore per ottenere i propri diritti e questi film intendono sottolineare, ricordare e incolpare il passato.
In America, infatti, in memoria di Martin Luther King ed in commemorazione della sua lotta per i diritti civili è stata istituita il 20 gennaio una festa nazionale per le scuole ed enti pubblici.
Nel 1983 il presidente Ronald Reagan ha stabilito l’osservanza della festa in onore di Martin Luther King facendola diventata festa nazionale dal 1986. In “I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: ‘We hold these truths to be self-evident: that all men are created equal’ “.
Come un’ icona le parole di Martin Luther King tornano ancora a riecheggiare: “Il mio sogno è che un giorno questa nazione faccia crescere e vivere il significato di questo credo: ‘Noi sosteniamo queste verità perchè sia evidente: che tutti gli uomini sono stati creati uguali’ ”.
Ben vengano, quindi, film come “12 Years a Slave” in memoria di quel sogno.