Roma, 8 agosto 2018 – A volte anche sentendo distrattamente della musica, nel riposo assoluto di un inizio di vacanza, scattano dei flash, dei riferimenti, che ti lasciano interdetti o quantomeno ti inducono ad una riflessione. E’ quello che stamane mi è capitato sentendo “Azzurro” da una stazione radio che neanche ho identificato; ed è già una cosa inusuale sentire canzoni italiane, con l’eccessivo proliferare di produzione straniera, e per di più artisti non più di primo pelo come il “Molleggiato” Celentano. Il riferimento, scavando negli archivi della memoria, è andato al mitico ’68 che quest’anno per tanti, ovvi, motivi è stato più volte celebrato ed il brano di Paolo Conte e del paroliere Pallavicini, interpretato dall’Adriano nazionale, ha da poco compiuto mezzo secolo.
Canzone mitica, internazionale, che qualche tempo fa fu proposta come una sorta di inno relativamente a manifestazione sportive e che Paolo Conte asserì di averla composta proprio pensando a Celentano; un racconto d’amore, in una torrida estate con una licenza poetica quando si dice: “egli è partita per le spiagge…..” in luogo di “ella” dal momento che Celentano si riferisce ad una donna, alla sua amata. Altra curiosità è relativa alla distribuzione del 45 giri che all’epoca aveva coma lato A il brano principale, mentre nel lato B di solito una canzone di secondo piano; ebbene il lato B di Azzurro fu “Una carezza in un pugno”, altrettanto grande successo di Celentano su un testo del nipote Gino Santercole, recentemente scomparso.
Tornando ad “Azzurro”, l’anno successivo nel ’69, nella trasmissione “Stasera Adriano Celentano” il Molleggiato s’inventò una coreografia mimando il treno, che all’incontrario va, con l’aiuto del corpo di ballo.
Dolci ricordi di adolescenza incastonati in un anno tremendo per le sorti mondiali, senza moti impetuosi e violenti ma solo note musicali inneggianti all’amore, semplicemente.