Dalla nostra corrispondente Maristella Santambrogio
Gli interessi in gioco per essere nominati, sono indiscutibilmente importanti e sono moltiplicati insieme alla concorrenza della produzione cinematografica. Negli ultimi anni si è inoltre aperto un mercato interessante anche per i film girati in lingua straniera, i cosiddetti Best Foreign Language Film. Sono aumentati di numero e di qualità tanto da trovare più facilmente una distribuzione maggiore sul mercato americano, specialmente in quello Latino per i film in lingua spagnola. Quest’anno un numero record di 71 film sono stati selezionati dai vari Paesi per partecipare agli Oscar. Per la prima volta il Kenya è presente con Nairoby Half Live e la Cambogia dopo 18 anni partecipa per la seconda volta con il film Lost Loves.
Noi abbiamo incontrato i registi di alcuni films rappresentanti le nazioni del Perù, Brasile e Canada. Rosario Garcia-Montero, regista e sceneggiatrice, considerata uno tra i 25 nuovi visi dei film indipendenti, laureata all’Università di Lima in Film Studies, con una specializzazione in Film all’Università di N.York e un praticantato alla scuola di cinema di Cuba. “A Cuba – ci ha detto- ho iniziato a scrivere la sceneggiatura del film ‘’Las Malas Intenciones – The Bad Intentions” che rappresenta il Perù per le nominations agli Oscars. Io sono cresciuta in Perù negli anni ’80, tra bombe e blackout, durante una trasformazione sociale e di crisi con attacchi terroristici dello Shining Path che hanno influenzato e creato stati di ansietà nella vita delle persone e la mia. Ho così fatto rivivere quelle sensazioni ed i miei ricordi di quel periodo, alla mia protagonista, Cayetana, una bambina di 8 anni, usando le sue prospettive e le incapacità di giudizio con le sue contraddizioni ed alterazioni di umore con l’incapacità di esprimere la sua solitudine, il bisogno d’amore dovuto all’instabile situazione familiare. Specialmente dopo l’annuncio dell’arrivo di un fratello, per lei indesiderato che le farà ripetere la frase imparata a scuola “Due soli non possono brillare nello stesso cielo”. Cayetana proietta le sue frustrazioni negli eroi e martiri studiati nei libri di scuola pronti ad intervenire, nella sua fantasia, a difenderla nel bisogno. Ho trovato nella giovanissima Fatima Buntinx (Cayetana) la protagonista perfetta per il mio primo film. È considerata la giovane attrice rivelazione del cinema Peruviano. Il nostro lungo viaggio attraverso i festival ci ha portato ad Hollywood , non posso che esserne soddisfatta.”
Con”War Witch” diretto da Kim Nguyen, film premiato ai festival di Berlino e al Tribeca, scelto a rappresentare il Canada alle nominetion degli Oscar, si passa ad un soggetto drammatico quanto ad una lezione di vita e di resistenza umana. Il film si svolge in un piccolo e isolato villaggio del sub-Saharan Africa, dove Komona, una ragazzina dodicenne viene rapita dai ribelli. Come primo addestramento alla guerra è obbligata ad ammazzare i propri genitori e poi costretta ad uccidere per sopravvivere. La sua mente inizia a vedere i fantasmi dei soldati uccisi. Un lungo processo di dolore l’accompagna verso una futura, forse, salvezza”. In una conversazione con il regista del film abbiamo detto”Ci troviamo in quelli che erano gli studi di Charlie Chaplin che spesso sottolineava come i migliori attori, per la loro spontaneità, fossero i cani e i bambini. È esattamente quel che vediamo nel suo film.” ”Per il mio film, infatti, iniziando dalle audizioni, si è dovuto far improvvisare i possibili attori non essendo in grado di leggere i dialoghi perchè analfabeti. Anche sul set ogni giorno si affrontava una nuova avventura per gli attori e per me, davo loro delle indicazioni, spesso in francese lingua dei coloni, perciò mi capivano e si improvvisava ogni scena dopo il mio ‘action’. Rachel Mwanza (Komona), una ragazza incontrata per strada con delle doti naturali d’attrice, ha fatto un lavoro stupendo. Infatti, è stata premiata come migliore attrice al festival di Berlino e per avere lei nel film, si è deciso di rimanere nel Congo a filmare.”
Vogliamo sottolineare un interessante documentario ‘’Buffalo Girls” la storia di due ragazzine di 8 anni, Stam e Pet, che combattono secondo la tradizione Muay per portare soldi in famiglia. Pet ha subito un intervento al cuore, ma sembra non essere un grave problema per i genitori, l’importante è tornare sempre sul ring. Il documentario è diretto da Todd Kellstein un interessante e dinamico regista. Interessante perchè, come ci ha detto, ha avuto il coraggio d’ affrontare un problema che esiste da anni, ma nessuno lo ha mai raccontato. Dinamico perchè ha avuto coraggio a superare molte difficoltà per completare il suo progetto. ‘’Perchè ha deciso di parlare di queste lottatrici?” ”Viaggio molto e per caso mi sono trovato ad assistere a combattimenti tra ragazzine, non certo stimolanti a vedersi. La tecnica Muay Thai Martial Arts esiste da 700 anni, ma quella usata in quei combattimenti non ha regole.” “Io ricordo d’aver visto un combattimento fatto tra ragazzini nel lontano 1979 in Thailandia e l’ho trovato orribile.” ”Ha ragione, ora si è aperto un interesse anche nei combattimenti tra ragazzine, sono meno popolari, ma attirano gli scommettitori . Ho deciso di parlarne, non è stato facile comunicare con loro, una volta rotto il ghiaccio raccontavano le loro storie e problemi. Difficile mi è stato riuscire a mettere insieme i finanziamenti. Ho investito inizialmente tutti i miei soldi e non potevo più continuare. Mi trovavo con le tasche vuote lontano dal mondo, per fortuna un’amica produttrice, Lanette Philips, mi ha salvato, così ho potuto continuare e finire il documentario. È stata un’esperienza difficile anche per me, vedere quelle ragazzine picchiarsi, senza casco e protezioni di nessun genere. La loro gioventù è fatta d’allenamenti per affrontare l’avversaria. Perdere è un gran dolore, specialmente per le tasche dei genitori.”