Accademia di Santa Cecilia – Ritorna Chung e dirige il soprano Kassimira Stoyanova.
Chung dirige la ‘Patetica’ di Ciaikovskij, l’Ouverture da ‘Il franco cacciatore’ di von Weber e i ‘Quattro Ultimi Canti’ di Strauss, soprano Kassimira Stoyanova. Inquietudini musicali
Roma, 19 gennaio 2019 – L’attesa è tutta per questo incontro di sensibilità, qui nella Sala Santa Cecilia del Parco della Musica, dove Myung-Whun Chung, il grande direttore coreano, viene a interpretare Lui, Petr Ciajkovskij, il fanciullo divino dolente, fragile e introverso, lui che si racconta con le sue ossessioni, con le nevrosi che si sono accumulate nel tempo e che ora stanno per esplodere nella più disperata e coraggiosa delle rinunzie, quella alla vita, per incapacità di conciliare le istanze delle propensioni naturali con i dettami della morale comune dell’epoca.
Lui che oscilla fra la trasgressione che si nutre dell’istinto di amare e proclamare il proprio sentimento e la repressione dolente di un bisogno insopprimibile. In questa dicotomia si consuma tutto il dramma sotto la possente ala del destino. E lui, febbrile, sovrabbondante, lirico, sensuale, enfatico travasa tutto in questa sua VI° Sinfonia, dove ogni sia pur minima sensazione viene enfatizzata fino a deflagare in uno stile unico, riconoscibilissimo nella sua dolenzia enfatica e in un sentimentalismo acceso e vibrante, cui si deve riconoscere innanzitutto una profonda verità. Una verità colta immediatamente dal pubblico, già alla sua prima esecuzione, a San Pietroburgo, il 16 ottobre del 1893, che si rinnova ad ogni riproposizione, con quel tema martellante che si incide nella memoria e nelle carni di chi ascolta e con lui, con la sua musica viaggia nei cieli rarefatti del Fato dove tutto è stato già scritto.
L’incipit ‘Adagio – Allegro Non troppo’, è inquieto, racconta una ricerca, testimonia un’incertezza, anticipa una rassegnazione disarmata di fronte ai colpi del destino. È il suo testamento spirituale, valvola di sfogo di una devastante inquietudine, di una malinconia inquieta e dolorosa che, nella clausola, da’ vita ad una marcia funebre nella quale si avvertono echi della liturgia ortodossa.
Ma il Secondo e Terzo movimento, ‘Allegro con grazia’ e Allegro molto vivace’ avevano lasciato filtrare la vivacità di un valzer e un vitalistico seppur malinconico tema di marcia.
Acclamazione meritatissima per il direttore Chung, per l’Orchestra diretta con inusitata intensità, per quell’evidente sentimento di comprensione e rispetto intercorso fra loro, e per l’intesa perfetta e la familiarità rimaste inalterate da quando il musicista coreano dal 1997 al 2005 era stato il Direttore Musicale dell’ Orchestra dell’ Accademia di Santa Cecilia.
Nella prima parte del programma, la brillante Ouverture da ‘ Il franco Cacciatore’ di Weber, dove sono ripresi i temi principali e i topoi così cari allo spirito romantico, dallo spettro del Cacciatore nero alla Gola dei Lupi, alla dolce melodia di Agatha.
I ‘Quattro ultimi Lieder, di Richard Strauss offrono l’occasione per ascoltare il celebre soprano bulgaro, ben noto anche in Italia, Kassimira Stoyanova, una voce dalla voluttuosa morbidezza, dal colore denso che le permette di spaziare in una grande gamma di ruoli e di brillare nel repertorio belcantistico, come nei ruoli verdiani, pucciniani o nelle partiture di Strauss. Una carriera, la sua, costruita a partire dal 1995 nei più importanti teatro d’opera del mondo come sui palcoscenici sinfonici. Il lavoro è un percorso articolato lungo le direttrici del tempo e dello spazio, così “Frühling” (Primavera), è una immersione nella Natura che rinasce liberandosi dal gelo invernale, “September” è il momento del silenzio che prelude al grande inverno, mentre ‘ a lungo ancora vicino alle rose/ l’estate sembra sopravvivere,/ ma anela al riposo ’, poi è la notte stellata a marcare il tempo mentre tutta sta “Beim schlafengehen” (Andando a dormire) nel ‘ cerchio magico della notte ’.
Le liriche di questi primi tre canti sono di Hermann Hesse. L’ultima, “Im Abendrot” (Al tramonto), è del poeta romantico Joseph von Eichendorff