Il secondo appuntamento della stagione sinfonica dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha per protagonista assoluto il Concerto per piano e orchestra K. 488 di Mozart.
A proporlo, in un confronto di eccellenze il prestigioso direttore principale dell’Orchestra
Sir Antonio Pappano e il celebre solista Stefano Bollani.
Al concerto fanno da cornice diversi componimenti, alcuni di raro ascolto, che costruiscono un percorso che abbraccia la musica barocca e la contemporanea.
GIOVANNI GABRIELI
Il programma si apre su due rarità del veneziano Giovanni Gabrieli.
La Canzon per sonar primi toni e la Canzon duodecimi toni, che furono composte per otto musicisti, quattro trombe e quattro tromboni.
I Maestri, sono opportunamente spaziati per ottenere un effetto stereofonico che le luci rendono particolarmente avvincente.
Le due canzoni fanno parte della raccolta Sacrae Symphoniae, pubblicata nel 1597, in cui Gabrieli amò completare con quattordici canzoni strumentali il testo sacro.
Il lavoro faceva parte dell’attività professionale di Gabrieli, influente e rinomato organista della Basilica di San Marco.
Gabriel visse nella seconda metà del Cìnquecento e fino al 1618, un periodo storico particolarmente felice per la Repubblica dei Dogi.
ANTONIO VIVALDI
Un salto di poco più di un secolo, ed ecco il Concerto per 4 violini di Antonio Vivaldi del 1711.
Il fasto della città lagunare, le sue atmosfere gioconde rivivono in questa composizione che fa parte della raccolta l’Estro Armonico.
Antonio Vivaldi, detto “Il prete rosso” per il colore fiammeggiante dei capelli, eccelso violinista, direttore e impresario teatrale, insegnava violino alle orfanelle dell’Ospedale della Pietà.
Celebre operista in vita, Vivaldi fu grande innovatore sotto il profilo tecnico-strumentale, come testimonia appunto la raccolta dell’Estro Armonico, dodici concerti per uno, due, quattro violini e orchestra.
Sul palcoscenico della Sala Grande del Parco della Musica si sono esibiti con successo le prime parti soliste dell’Orchestra Carlo Maria Parazzoli e Andrea Obiso insieme ad Alberto Mina e David Romano, ricreando assieme all’orchestra condotta con consueta sapienza le atmosfere eleganti e preziose di un’epoca connotata come non mai in Italia dalla bellezza.
A conclusione della prima parte del programma, ecco la Suite Pulcinella, che riprende i brani scritti da Igor Stravinsky per l’omonimo balletto.
Il balletto fu composto su sollecitazione dell’impresario teatrale Sergej Diaghilev, colui che aveva dato vita ai celebri Ballets Russes, e che tanto successo riscosse con la coreografie di Léonide Massine e le scene e i costumi di Pablo Picasso.
Come dire un tuffo nelle avanguardie più creative di cento anni fa.
La partitura fu poi rielaborata nel 1922 come Suite per orchestra, e ad essa si fa risalire il periodo neo classico di Stravinsky che in una sintesi personale e moderna riprende le atmosfere della musica classica, di Pergolesi soprattutto.
STEFANO BOLLANI
Stefano Bollani, il pianista che ha sconfitto le cesure di genere fra musica pop, jazz e classica, diventando nel corso di una carriera più che prestigiosa iniziata ad appena quindici anni, uno dei più amati artisti del mondo, è il protagonista della seconda parte del programma.
Musicista ‘globale’, Bollani compone, arrangia, si cimenta nel genere Oratorio, persino cantautore, poi ancora una volta cerca nuove vie, il suo eclettismo vince, entra nel mondo della comunicazione editoriale con un romanzo “La sindrome di Brontolo”, cui fanno seguito molti altri.
Inarrestabile sa diventare anche personaggio dei Cartoon, comparendo sul settimanale Topolino con il nome di Paperefano Bolletta per arricchire la famiglia dei Paperi. Scrive anche per la Radio e per il teatro.
La sua interpretazione del Concerto K 488 di Mozart, uno dei più eseguiti dei ventiquattro concerti per pianoforte e orchestra che il compositore scrisse a Vienna, obbedisce a due criteri: una rigorosa e partecipata lettura che riproponga la freschezza d’ispirazione e la vivacità delle invenzioni melodiche, quel soffuso e sorridente lirismo, e quelle raffinate e seducenti relazioni fra solista e strumenti dell’orchestra che soprattutto nell’Allegro assai dell’ultimo movimento raggiungono davvero le vette più alte.
Generoso ed empatico, Bollani si è poi fermato per 4 bis, fra cui una personalissima esecuzione della Marcia Turca di Mozart arrangiata assieme ad un antico tango argentino.
ORCHESTRA DELL’ ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
Il programma, che ha messo in rilievo la particolare intesa solista-orchestra, sembrava scelto appositamente per convalidare il prestigioso riconoscimento ottenuto dalla nostra maggiore formazione sinfonica che con il suo direttore è stata inserita per la seconda volta dal mensile ‘Classic FM’ fra le 10 migliori orchestre del mondo. Nella classifica e’ l’unica compagine italiana accanto, tra le altre, alla Filarmonica di Vienna, la London Symphony, Concertgebouw di Amsterdam, Chicago Symphony e la Filarmonica di Berlino.