Roma, 16 giugno 2020 – Presente nella vita culturale italiana per tutto il lungo e noioso, anche se necessario, periodo della quarantena con la riproposizione di spettacoli che già si erano segnalati per il gradimento davvero straordinario del pubblico, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia riprende a pieno ritmo la sua attività presentando una novità discografica molto attesa per l’etichetta Sony Classical. Si tratta dell’Otello di Giuseppe Verdi con Jonas Kaufmann nel ruolo eponimo e Antonio Pappano sul podio dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia.
Un’occasione per esaltare un binomio eccellente con il grande tenore tedesco, oggi Accademico onorario di Santa Cecilia, e il direttore stabile della nostra massima Orchestra Sinfonica. Kaufmann, tenore verdiano “eroico” per eccellenza, dal bel timbro brunito e Otello hanno costruito negli anni un prezioso sodalizio fatto di incontri che hanno sottolineato tutto l’arco di forti emozioni, di turbamenti che si condensano nella figura del moro, di sentimenti estremi che affondano le radici più profonde nella natura dell’uomo come la gelosia, la categoria dell’amore passione, l’invidia, ed altro ancora che sono il regno suggestivo di questo personaggio creato da Shakespeare e rivissuto nella fertile ispirazione di Giuseppe Verdi. Attualissimo anche oggi, come quasi tutti i personaggi creati dal Bardo, Otello è un eroico generale, un eroe che tanto ha dato alla Repubblica di Venezia e tuttavia pur sempre uno straniero di pelle nera per giunta, cui è stata data in moglie Desdemona, una leggiadra fanciulla veneziana.
Il pathos di Kaufmann/Otello incontra mirabilmente le qualità introspettive del Maestro Pappano, la sua intelligenza della pagina musicale, il fine lavoro di cesello che rende sfumature nuove e inattese, rinnovando la tradizione interpretativa. Il Maestro italo-inglese, che si era appassionato fin da ragazzo alla vicenda di Otello, svela: “Quarant’anni fa, mio padre sognava di poterlo cantare e io, al pianoforte, lo accompagnavo interpretando sia Iago che Desdemona. Ho “incontrato Otello” a Chicago, ne ho diretto le prove con Placido Domingo. Nel 1994, a Bruxelles, l’ho riproposto ma in forma di concerto”. Poi l’ho diretto più volte al Covent Garden.
Fra Pappano e Kaufman, l’intesa in questa edizione della Sony è perfetta. I due artisti avevano avuto modo di approfondire ‘Otello’ già nel 2017, quando lo proposero con grandissimo successo sul palcoscenico del Covent Garden. Certo, ben diversa è la carica emozionale in una registrazione per un’edizione discografica.
Kaufman, durante la conferenza stampa di presentazione in streaming, nella quale è stato trasmesso un omaggio del Coro della fondazione che, negli ultimi giorni del lockdown, ha realizzato in remoto un video, con la direzione di Pappano, che mostra i 56 artisti del Coro che intonano ‘Fuoco di gioia’, tratto dal I atto del capolavoro verdiano, che si alternano alle riprese di backstage durante la registrazione dell’opera all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha sottolineato le difficoltà di mantenere costante lo stesso slancio emozionale, in quanto “non si registra eseguendo l’opera dall’inizio alla fine, ma saltando da un punto all’altro in base alla disponibilità del cast”. E aggiunge: “Pappano ci ha sempre caricati di energia, ci ha aiutati moltissimo a trasmettere quelle emozioni”.
Anche Pappano ammette che “serve un’esperienza notevole per mantenere il filo conduttore e la fluidità narrativa dell’opera in sala di registrazione”.
Il che non è mancato in questa sontuosa edizione. La felice realizzazione editoriale della Sony Classical si avvale inoltre di un cast stellare con il soprano Federica Lombardi nel ruolo di Desdemona, il baritono Carlos Álvarez in quello di Jago e Virginie Verrez (Emilia), Liparit Avetisyan (Cassio), Carlo Bosi (Roderigo), Riccardo Fassi (Lodovico), Fabrizio Beggi (Montano) e Gian Paolo Fiocchi (Un araldo).
Su tutto brilla il magnifico Coro ceciliano e un’Orchestra al top, perfettamente in linea con le esigenze dell’interpretazione, della drammaturgia e delle vocalità.