Ricordiamo la sagace regia di Roberto Ciufoli, personalità artistica eclettica, che ama spaziare dalla recitazione alla regia, anch’ egli apprezzato dal grande pubblico.
Il teatro rivela un altro aspetto del mondo, un orizzonte nuovo, che cattura e ammalia, fa sognare, divertire e riflettere. L’emozione è la vera protagonista, che come un’energia rivitalizzante si trasferisce dall’autore che scrive l’opera, all’attore che la interpreta, allo spettatore, fruitore finale, proiettando quest’ultimo in una dimensione creativa nella quale egli si abbandona, rinunciando per qualche ora, all’aspetto razionale della vita.
Riportiamo alcune riflessioni di Michele La Ginestra riguardanti lo spettacolo che sintetizzano il suo intento, pienamente realizzato, di fruire un prodotto artistico di qualità.
“Tornare sul palco del teatro Sistina dopo 16 anni dalla prima è una bella e profonda emozione: tornare con questo spettacolo è una gioia immensa!….Il proposito è quello di divertire, in modo intelligente, senza scadere nella volgarità e con un pizzico di poesia, come nello stile del Teatro Sistina”.
Lo spettacolo, nonostante sia ambientato in un carcere, riesce ad essere comico, brillante, ironico e contemporaneamente a far riflettere sulle umane vicende e debolezze. I personaggi, spesso emarginati dalla società, si sussuegono raccontando le proprie disavventure, al cospetto di un giudice immaginario. Ad arricchire lo show ci sono suggestive coreografie di danza. Atmosfere a tratti poetiche e surreali per uno spettacolo mai banale che riesce sempre a sorprenderci….. regalandoci qualche ora di felicità.