Roma, 17 agosto 2023.
La terza ricorrenza di questa settimana riguarda il mondo della settima arte.
Il cinema, ma direi tutto ciò che può rappresentare una forma di spettaolo, celebra oggi gli 80 anni di un mostro sacro: Robert De Niro.
Di origini molisane De Niro esplode all’inizio degli anni settanta dopo aver frequentato l’Actors Studio di Lee Strasberg, con successivi arricchimenti del metodo Stanisvlaskij.
Particolare curioso: con Strasberg, interprete del ruolo del gangster Hyman Roth ne Il padrino-Parte II, arriva a contendersi l’attribuzione dell’Oscar nel 1976, che poi vincerà come attore non protagonista nel ruolo di Vito Corleone giovane.
Dal 1973, come accennato, con Mean Streets inizia il fortunato sodalizio con il suo regista Martin Scorsese per una decina di film con capolavori assoluti come Taxi Driver, 1976, e Toro Scatenato, 1980.
Quest’ultimo gli vale il suo secondo Oscar, stavolta come attore protagonista, ed è la certificazione della sua maniacale preparazione allo svolgimento della parte del pugile Jake La Motta.
Prima mette su una muscolatura adeguata ad un peso medio arrivando a circa 72 kg., imparando rudimenti di tecnica pugilistica, poi ingrassa di 25 kg. nel presentare un La Motta invecchiato nel tempo.
Diversi ruoli nella sua carriera sono frutto di assidue preparazioni sia psicologiche che fisiche.
Per parecchie settimane guida realmente un taxi, nel convulso traffico di New York, per meglio immedesimarsi nel ruolo dello psicopatico Trevis in Taxi Driver.
La frequentazione del quartiere Little Italy a New York lo porta a recitare al meglio la parte di Corleone giovane, secondo le consuetudini degli immigrati italiani dello scorso secolo.
Un’interpretazione mostruosa la propone in Risvegli, nel 1990 al fianco di Robin Williams, nel ruolo di un giovane affetto da una grave malattia degenerativa.
Nelle mie personalissime preferenze, oltre alle pellicole sopra ricordate, metto Ronin del 1998, e Gli Intoccabili del 1987, geniale nella parte del boss Al Capone.
Attore completo che nel suo percorso si è cimentato con una generazione di grandissimi interpreti.
Robert De Niro ha conteso a gente come Burt Lancaster, Gene Hackman, Al Pacino, Dustin Hoffman, Clint Eastwood, Jack Nicholson, tanto per citarne alcuni, il proscenio cinematografico internazionale e credo senza minimamente sfigurare.
Come ho ricordato in altre circostanze, almeno dal nostro punto di vista di spettatori italiani, l’identificazione di un divo internazionale è anche frutto del doppiaggio eseguito.
Robert De Niro è fortemente connotato con la voce di Ferruccio Amendola.
Storico il doppiaggio della scena in Taxi Driver dove davanti allo specchio simula un confronto con un ipotetico malfattore: <Ma ce l’hai con me? Ma dici proprio a me? E già non ci sono che io qui…>.
Robert De Niro, uno degli ultimi immortali.