Accademia di Santa Cecilia – Piovani, Rota e Morricone diretti da Luigi Piovano
Tre Oscar In Concerto
Roma, 25 gennaio – C’è orgoglio e commozione in Michele Dall’Ongaro, il sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia, quando si rivolge al pubblico della Sala Grande per avvertire che sono presenti nel programma ben due premi Oscar: Ennio Morricone e Nicola Piovani. Ma nel concerto dal titolo Cinema per Archi proposto dagli Archi dell’Accademia, in realtà, è presente la musica di un terzo straordinario compositore fregiato dell’Oscar nel 1975, Nino Rota, il più grande e simbiotico illustratore dei sogni del genio Federico Fellini.
Forse la serata prende lo spunto dal Golden Globe attribuito a Morricone l’11 gennaio scorso per la musica del film The Hateful Eight di Quentin Tarantino e per la successiva nomination all’Oscar per la stessa partitura. Tutto questo avviene nella piena maturità artistica del nostro compositore, ben 87 anni, la cui notorietà è certamente appoggiata tutta sulla sua musica scritta per accompagnare opere cinematografiche. Anche se, una definizione così restrittiva farebbe scattare l’ira del nostro compositore, che riferendosi a partiture che tanto devono all’immagine cinematografica al punto da identificarsi spesso con essa, preferisce parlare di “musica assoluta” e non di linguaggio musicale cinematografico. In fondo è comune pensare quello che vuole che si componga sotto l’esigenza di raccontarsi, o di raccontare, di seguire la guida, sia pure astratta, di immagini interiori autoctone o suggerite da una situazione esterna. In ogni caso, l’effetto sul pubblico è sempre di empatia e partecipazione.
Il concerto degli Archi ceciliani era diretto da Luigi Pivano, primo violoncello dell’Orchestra dell’Accademia ed è iniziato proprio con un brano a lui dedicato di Nicola Piovani dal titolo “Il Canto dei Neutrini” per violoncello, archi, arpa, celesta e percussioni. In forma rapsodica motivati dagli esperimenti del CERN di Ginevra, i neutrini diventano moventi per un risveglio di sentimenti diversi, come spiega il compositore, specificando che si tratta di ”sentimenti anche favolistici, infantili, simili a quelli seduttivi delle storie delle religioni politeiste, ma anche sentimenti vagamente ottimistici, ironici, beffardi”. La forma rapsodica permette di costruire un unico movimento in tre parti senza soluzioni di continuità con il ruolo predominante del violoncello per il quale è stata pensata una scrittura virtuosistica. Nella parte centrale il respiro della frase musicale, le sue dolci malinconie richiamano atmosfere tipiche di Nino Rota. “Buongiorno principessa” dal film “la vita è bella”, vincitore di ben tre Oscar, tra cui quello per la migliore colonna sonora ha proiettato il linguaggio compositivo di Piovani letteralmente nel mondo intero. Già il nostro compositore era stato adottato da Federico Fellini, quando la morte, nel 1979, gli aveva bruscamente sottratto l’amatissimo Nino Rota. Con il regista riminese,Piovani aveva scritto tre colonne sonore per “Ginger e Fred”, per “L’intervista”, per “La voce della luna”. Da allora la sua attività si era moltiplicata e le collaborazione con registi di chiara fama erano fioccate, fra le altre , ricordiamo, quella con i fratelli Taviani per “La Notte di San Lorenzo”, “Il marchese del Grillo”, con Monicelli, “Palombella Rossa”, con Nanni Moretti. Nel catalogo delle colonne sonore di Piovani ormai ci sono oltre 80 titoli. Parallelamente, Piovani intensifica l’attività teatrale, specie quando con il sodalizio artistico con Vincenzo Cerami realizza delle opere bellissime come “La cantata del Fiore e del Buffo” “Il signor Novecento”, “Canti di scena” o la bellissima commedia musicale “Concha Bonita” portata al successo internazionale dal regista argentino Alfredo Arias.
Il Golden Globe appena ricevuto è il terzo nella carriera di Morricone, dopo quello per “Mission” e per “La leggenda del pianista sull’oceano”, mentre le candidature all’Oscar sono sei. Morricone ha composto oltre 500 colonne sonore, fra cui davvero celebri quelli per gli spaghetti western di Sergio Leone dove ha adoperato per primo codici compositivi inediti come l’uso della tromba, il clavicembalo o l’uso del fischio. Tanto lavoro e tanto apprezzamento gli è valso nel 2007 l’Oscar alla carriera. Morricone si è segnalato anche per molta musica assoluta fra cui questo brano “Musica per undici violini”, un pezzo dodecafonico scritto dal compositore trentenne, diventato poi , dieci anni dopo, in seguito ad un accurato riadattamento colonna sonora del film “Un tranquillo posto di campagna” di Elio Petri. Nel programma anche un brano dedicato a Luigi Piovani e agli Archi di Santa Cecilia, “Arcate per archi”, scritto nella tonalità di re maggiore, tutto articolato tra le modalità del piano e del pianissimo.
L’arte di Nino Rota è strettamente legata ai capolavori di Fellini, premi Oscar, “La strada”, “Le notti di Cabiria”, e “Fellini ½” e nel 1975 per “Amarcord”. Impossibile evocare Gelsomina senza sentire risuonare le note struggenti e malinconiche della sua tromba. Oltre al sodalizio con Fellini, Nino Rota, il più grande compositore di musica da film italiano, e non solo, fu il musicista preferito di Visconti, e di Zeffirelli e di tanti altri. Per loro, per la loro fantasia, per i loro personaggi seppe trovare la cifra e la veste musicale più bella e più amata universalmente. Rota, che Fellini chiamava “il suo angelo” proprio per la gentilezza del carattere fu anche autore di opere liriche di successo come “Il cappello di paglia di Firenze” e di brani sinfonici come il “Concerto per Archi”, che si è ascoltato nel programma.
Tre bis, quanti sono stati gli autori in programma. “la vita è bella” di Piovani, “Mission” di Morricone e “Amarcord” di Rota.