Roma, 26 febbraio – Dunque: c’è una bella che per potere esercitare la propria professione deve diventare la bestia, e c’è un belloccio giovanotto bisognoso di centrarsi che è costretto a nascondere in realtà di essere una bestia, anzi una bestiolina: un coniglio. Tutto minimo, tutto senza troppo pathos, ma con divertimento e risate per le situazioni e per la bravura dei due protagonisti, supportati da altre due attrici che hanno ottimi tempi teatrali e servono a chiudere allegramente con un coup de théâtre lo spettacolo. Che si chiama “ La bella e la Bestia “ ed è firmato da Massimo Natale, già autore di alcune commedie di successo che hanno avuto buon esito nello stesso spazio teatrale del Teatro Golden, assieme a Ennio Speranza.
Il teatro Golden è un modernissimo open space che ha la caratteristica di distribuire gli spettatori ai tre lati, lasciando alla parete di fondo e al centro l’impegno della scena. Qui pochi mobili e due poltrone bianche, una a dondolo, servono egregiamente allo scopo della rappresentazione.
Qui si presenta un giovane che in seguito ad un banale incidente si ritrova vittima di attacchi di panico, perciò si reca dalla psicologa, una donna di mezza età infagottata in un camicione grigio, fornita di due sopracciglia alla Groucho Marx o come quelle di Elio delle Storie Tese e con occhialoni da secchiona, con l’intento di riuscire a capire come far fronte al problema. La psicologa lo ascolta poi diagnostica che gli si sono amplificate le emozioni. Il giovane conferma: basta un cartellone pubblicitario per farlo ridere o piangere sconsolatamente. E poiché è anche il direttore di un teatro, si ritrova costantemente spossato, ed è costretto per coltivare quello che è anche il suo primo piacere a vedere solo spettacoli sperimentali, perché tanto non li capisce. Alessandro Severi si lamenta che il pianto lo spossa, gli impone di consumare 21 pacchetti di fazzoletti di carta al giorno. Giulia, la dottoressa, cerca di insegnargli una tecnica di respirazione che dovrebbe dargli la possibilità di un maggior controllo.
A complicare ancor più l’esistenza della bestiolina Alessandro c’è una Camilla, ex-fidanzata, anch’essa con belle connotazioni di bestiolina, una cimice appiccicata addosso che, malgrado da più di sei mesi si sia interrotto il fidanzamento, non ha nessuna intenzione di farsi mettere da parte, anzi ha assunto stabilmente il ruolo di stalker, seguendolo dappertutto, persino nello studio della dottoressa Giulia, nel timore di trovarlo con un’altra donna.
A cercare di calmarla interviene Barbara, la segretaria della dottoressa, deus ex machina dello sviluppo della trama dell’intera commedia. Lei, infatti, è la stessa che spinge Giulia a lasciar da parte il travestimento da bestia e andarsene un po’ in giro con le sue forme al naturale a far festa. E’ così che il focus si sposta , ed ora al centro della scena c’è un bar aperto proprio di fronte al teatro dove lavora Alessandro. Inevitabile che la bella dottoressa si incontri con il cucciolotto e che tra i due scocchi la scintilla, così come è inevitabile che la tormentosa Camilla, la ex, incontri Barbara, la segretaria piena di vita e di energia. Cambiano i luoghi , cambiano le dinamiche di coppia, cambiano i costumi di scena: eleganti tubini neri per Giulia con tacco alto, abiti etnici per Barbara, e comodi jeans per Camilla. Lui? Solo cravatte diverse, piene di fantasia. Gli attori in scena sono tutti bravi dalla coppia di protagonisti, Raffaella Rea e Simone Gandolfo ad Annalisa Favetti e Julie Ciccarelli.