Spettacolo

Brama di vivere.

Un grande Kirk Douglas nella rappresentazione del pittore olandese Vincent van Gogh.

Roma, 2 febbraio 2022.

 

La ricorrenza.

La tormentata vita del pittore olandese Vincent van Gogh in un film diretto da Vincente Minnelli, Brama di vivere, esce in Italia sessantacinque anni fa.

La storia.

Dopo una prima dura esperienza come pastore della Chiesa dei messaggeri della fede, tra i minatori belgi, Vincent van Gogh scopre la sua reale vocazione per la pittura.

I primi entusiastici approcci lo indirizzano verso i disegni, poi comincia ad usare i colori e inizia a ritrarre volti di contadini locali.

Conosce Christine, una prostituta con bambino a carico, che gli fa da modella ma le difficoltà economiche e il cattivo rapporto con la sua famiglia lo portano a partire abbandonando tutti.

Raggiunge l’amato fratello Theo a Parigi dove riprende entusiasmo e visita musei, mostre d’arte, ammirato soprattutto dai pittori impressionisti.

Theo lo aiuta finanziariamente, tuttavia il rapporto con Vincent è abbastanza problematico visti gli opposti caratteri.

Tra i pittori impressionisti stringe amicizia con Paul Gauguin che lo convince a recarsi nel sud della Francia per avere più luce nelle sue tele.

Van Gogh approfitta dei paesaggi luminosi di Arles e dipinge moltissimo, senza però riuscire a vendere un solo quadro.

Theo continua nel sostentamento ma il percorso di Vincent è tortuoso, con l’inizio di uno stato di depressione.

L’amico Gauguin lo raggiunge ad Arles ed insieme trovano un alloggio dove poter lavorare ai loro progetti.

Presto però la convivenza tra i due non regge, con Gauguin dal carattere sicuro, determinato, al contrario di Van Gogh perennemente in preda ai suoi stati depressivi.

<Credo in Dio. In un Dio buono, che si può andare e servire in più modi: uno può farlo dal pulpito, un altro con un libro o un quadro>.

E’ una delle tante interpretazioni che Van Gogh esprime nelle discussioni sempre più accese con Gauguin ed anche col fratello Theo.

I continui litigi lo logorano ai limiti della pazzia, fino al ricovero in manicomio.

Riprende a dipingere anche dall’ospedale ed una volta uscito si trasferisce ad Auvers-sur-Oise, nel nord della Francia, vicino Parigi.

Riprende i contatti con Theo, sembra avviato ad un nuova vita con una ripresa dell’attività lavorativa notevole.

I demoni, che ormai dimorano dentro Van Gogh, però non lo abbandonano e l’ennesima crisi nervosa lo vince inesorabilmente.

Curiosità.

Tratto dall’omonimo romanzo di Irving Stone, Vincente Minnelli dirige la storia di un artista maledetto, ossessionato dalle emozioni e che concepisce l’arte come follia.

Minnelli lavora molto sul colore, filmando negli stessi luoghi frequentati e dipinti da Van Gogh.

Notevoli le musiche di Miklòs Ròzsa, maestro di grandi colonne sonore, tra le tante, come <Ben Hur>, <Quo Vadis>, <La cruna dell’ago>.

I Protagonisti.

Van Gogh è un indimenticabile Kirk Douglas, somigliantissimo fisicamente al pittore, coinvolgente per la violenza della sua caratterizzazione.

Douglas sfiora di un niente l’Oscar nelle premiazioni dell’anno successivo.

La statuetta se l’aggiudica, come attore non protagonista, Anthony Quinn nella parte di Gauguin.

I duetti tra i due mostri sacri della cinematografia mondiale sono oro colato per gli appassionati.

Tra gli altri caratteristi da segnalare Pamela Brown, nel ruolo della prostituta Christine, James Donald, nella parte del fratello Theo, Everett Sloane, il dottore che cura Van Gogh nel post-manicomio.

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