L’iconografia è invero sterminata, in Italia come all’estero. Il che è per me una sorpresa, ma fino a un certo punto. Perché Bud Spencer (cinematograficamente parlando) è personaggio nazionalpopolare: Italiano vero, forchetta incontrastata, irriverente e manesco, generoso e indolente. Però, scopriamo, è anche cittadino del mondo. Non a caso, diversi suoi film sono ambientati al di fuori del Belpaese (Stati Uniti, Sud America, Nord Africa). Quindi Bud è “nostro” ma è anche “di tutti”. Grazie all’impronta “internazionalista” di detti film ed anche perché i valori in essi contenuti sono trasversali alla storia e alla geografia.
In conclusione, in Italia come in Germania o in Ungheria o chissà dove, la morale è che, tutto sommato, sarebbe forse meglio poterla risolvere con una zuffa e finirla lì. In definitiva il messaggio era questo. Messaggio “facile”, se vogliamo, quanto lineare. Per come la vedo un po’ più aderente ad una realtà normale in un mondo normale.
Cosa invece assai rara in un mondo che, ahimè, del tutto “normale” non è.