Bud è troppo Bud

Bud Spencer: l’eroe di tutti noi

Roma, 10 ottobre 2024 – C’è un bella biografia su Bud Spencer che sta girando in questi giorni sui canali di Sky Documentary.

Si intitola “Le mille vita di Bud Spencer” per sottolineare il suo essere stato tante persone e aver vissuto tante vite in una sola.

Un uomo poliedrico e pronto a gettarsi in ogni avventura che la vita gli proponeva.

Un attore amato in ogni parte del mondo, tanto che in Germania su di lui fanno mostre e gadgets di ogni tipo.

Sono sessanta minuti o poco più molto godibili, nei quali sono in tanti a raccontarcelo, a cominciare dalla moglie (la colonna della sua vita, diceva spesso lui) e dai figli, che ricordano il grande papà con una tenerezza che coinvolge.

Bud Spencer, un uomo forte e gentile, sfrontato con quella vita che ha sempre preso di petto ma estremamente educato con gli altri.

Un padre presentissimo pur nelle sue tante assenze per motivi di cinema, visto che era sempre in giro per il mondo a fare film, fino a quattro all’anno.

Il suo vero nome era Carlo Pederzoli e come tale, in gioventù, era diventato un grande campione di nuoto.

Finita la carriera sportiva a 27 anni si era dato al cinema, ma per non screditare il nome con cui aveva raggiunto la gloria, lo aveva cambiato in Bud Spencer.

Una scelta figlia di due passioni: quella per la birra Budweiser e quella per l’attore americano Spencer Tracy.

Uno che ha imparato molte volte a cadere e rialzarsi, come racconta lui stesso nel documentario.

A cominciare da quando si è chiusa la sua carriera di sportivo.

“Perché la gloria che arriva dallo sport dura un attimo e a quel punto è duro rimettersi in gioco e ricominciare una vita diversa – dice – ma è lì che bisogna rialzarsi e trovare il vero te stesso. A quel punto inizia una vita lontana dalle Olimpiadi e dalle luci del mondo che ti ha osannato e ne comincia un’altra, che ti devi inventare e vivere giorno per giorno”.

Un attore spesso sottovalutato dalla critica che riteneva i film che faceva con Terence Hill di serie B.

Invece loro hanno inventato un genere, il comic-western, che ancora oggi riscuote un grande successo, visto che ogni volta che passano in tv riscuotono un enorme successo di audience.

Bud Spencer merita queste celebrazioni postume, come troppo spesso avviene da noi (è stato così anche per Totò), perché non è solo quello delle scazzottate e delle paste e fagioli, ma è un attore che ha saputo entrare nel cuore della gente per la sua grande umanità e socialità.

Per questo suo bel faccione che allo stesso tempo ispirava simpatia e tenerezza.

Bud è sempre Bud.

Foto: sportmemory

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