Accademia di Santa Cecilia. – “Così fan tutte”di Mozart chiude la lunga stagione invernale
Le false sicurezze dell’amore
Roma, 27 giugno – “Così fan tutte” per chiudere il prestigioso calendario, e incidersi nella memoria con un momento di particolare qualità nel nome di Mozart. Un dramma giocoso, seguendo le indicazioni del paroliere italiano Da Ponte, la sua poesia sempre puntuale, che racconta rapidamente una schermaglia d’amore. Il tutto in una sorta di gioco binario,dove due coppie (Fiordiligi e Dorabella, due sorelle ferraresi, fidanzate a due prestanti ufficiali borbonici, Guglielmo e Ferrando) si confrontano con due personaggi (il filosofo Don Alfonso e la servetta Despina), apparentemente estranei ad essa, in realtà i motori dell’azione che si vedrà rappresentata e che il genio di Amadeus chiarisce con la forza della sua musica.
La Scuola degli amanti, come recita il sottotitolo, è tutta in questo miscuglio prelibato di gioco, inganni, e tenerezze, di sicurezze che si rivelano false, ma anche negli accorti maneggi di Despina, prima medico e poi addirittura notaio. Dramma di travestimenti e di convenzioni teatrali spostate sul piano della realtà drammaturgica. I fatti, allora! A partire da quella scommessa promossa dal cinico e disincantato don Alfonso, loro precettore, che sa di conoscere bene l’indole femminile con le debolezze che la coronano, e sottoscritta dai due ufficialetti napoletani, che giurano sulla fedeltà delle loro fidanzate e a rincarare la dose arrivano a mettere in gioco una ingente somma. La scommessa è stimolante: per un giorno, Ferrando e Guglielmo obbediranno a Don Alfonso, si travestiranno da nobiluomini albanesi con tanto di mustacchi e, grazie alla complicità della serva Despina, si introdurranno nella casa delle due sorelle, dichiarandosi perdutamente innamorati uno della fidanzata dell’altro. Despina per portare avanti lo scherzo dispiega alcuni stratagemmi, travestendosi da medico e poi da notaio per siglare il falso atto di matrimonio. I due burlatori, infatti riescono a fare accettare alle sorelline di sottoscrivere le nozze. Come d’obbligo in una commedia “leggera”, le due coppie, chiarito l’inganno, non si lasceranno. Anzi. In fondo, se “Così fan tutte”, se questi sono i comuni casi della vita, come asserisce don Alfonso, perché rinunziare alle gioie dell’amore? Poi gli abbandoni, le improvvise solitudini che vengono a lacerare il rapporto nelle coppie ancora ardenti di inesausta passione, non aprono forse pericolose brecce che lasciano campo ad altri giovani bisognosi di conforto sentimentale?
Certo, proposta in forma di concerto, l’opera finisce per gravare tutta sulla musica, dalla resa orchestrale alla bravura dei cantanti, anche se certi leggerissimi movimenti, attinti ad esperienze di palcoscenico ben assorbite, danno come l’impressione di un gioco registico, specie ad opera dell’eccellente Pietro Spagnoli, il magnifico Don Alfonso. In compenso, quando il livello è così alto, le scelte artistiche così meditate -e in questo la presenza di un musicista e manager come Michele Dall’Ongaro, assume certamente il suo ruolo – , quello che si può apprezzare è un’ottima opportunità di ascolto di un Mozart fuori classe, con un’orchestra dagli archi luminosi e leggeri. La compagnia di canto è tutta poggiata sulle valenze delle voci maschili, le migliori sul palco, con il palermitano Paolo Fanale (Ferrando) deliziosamente languoroso nell’”Aura amorosa” , Markus Werba (Guglielmo) e il già citato Pietro Spagnoli, infusi di spirito e stile mozartiano, capaci di recitare immobili e di caricare i recitativi di una valenza in più. La Dorabella di Angela Brower e la Fiordiligi di Corinne Winters, assieme alla spagnola Sabina Puértolas, Despina, che spesso appare la più spigliata anche se vocalmente ha qualche problema nel registro più acuto e voce non abbastanza grande, completano il cast. Bychkov suona un Mozart meno aereo. Sempre perfettamente calibrato l’intervento del coro, educato da Ciro Visco, qui ridotto ma sempre prestigioso per intonazione.