Dopo il successo di “Inferno”, Emiliano Pellisari, così descrive la suo opera: “La seconda cantica rappresenta un passo evolutivo spirituale dell’uomo religioso medievale che è accompagnato nel suo percorso dalla musica e dalle voci dei cori”. Il secondo episodio della trilogia ispirata alla «Divina Commedia», è il prodotto magnifico della sua ricerca artistica, egli traduce in danza spettacolare «Il Purgatorio» Dantesco. I corpi possenti ed eterei dei ballerini-mimi-atleti-circensi diventano tutt’uno con la luce, la musica, gli effetti speciali dove “l’assenza di gravità”, sfida l’immaginazione dello spettatore e lo culla, sulle ali della fantasia, trascinandolo in una dimensione irreale che già provò sui banchi di scuola… corpi nudi nuotano nell’aria e compongono scene già viste nel nostro immaginario, ma mai, prima d’ora, tradotte in realtà.
Quadri allegorici che rappresentano i sette peccati che si srotolano in un susseguirsi di altrettante sette trasformazioni di figure al ritmo incessante e ossessionante delle musiche di Xenakis; Adamo ed Eva che consumano il loro peccato originale e la scoperta dell’eros avvolti dalla conturbante musica di Debussy; l’Italia medievale (e non solo) corrotta e sfruttata dai politici, rappresentata da una ingenua ragazza in tutù che verrà violentata e spogliata, lasciata a terra nuda, dai politici coperti in volto da maschere che infieriscono sul “nostro paese” sulle note di un gioco musicale leggero e disinvolto come quello della Gazza Ladra di Rossini, mentre risuonano i versi del Poeta: “Ahi serva Italia, di dolore ostello / nave senza nocchiere in gran tempesta / non donna di provincie, ma bordello!”; la Primavera del Botticelli incontrata da Dante alle soglie dell’Eden, come l’incarnazione della Dea Natura si libbra nell’aria cullata dalle note della Primavera di Vivaldi; le quattro scale di Escher che si intersecano sulla scena e vengono percorse in tutti i sensi dall’alto al basso, a testa in giù, sfidando la gravità al ritmo maestoso delle note di Bach.
Uno spettacolo nel vero senso della parola, tutto italiano, dalle origini del Sommo Poeta all’estro, l’impegno e la bravura dell’autore coreografo e dell’incredibile corpo di ballo che ancor di più deve essere premiato con un consenso unanime di uno spettatore finalmente appagato!!!