Roma, 13 settembre – Mondi in scena, la rassegna ospitata al Teatro Argentina dal Teatro di Roma, frutto di consapevoli scelte internazionali di Antonio Calbi, attraverso unsegmento di spettacoli che si aprono a nuovi linguaggi, valori, identità, espressi dal lavoro e dagli sguardi di grandi artisti, vuole aprire un varco alle realtà culturali che avvengono in un mondo in continuo movimento, un mondo che si avvia verso una globalizzazione sui generis, quello della cultura, appunto.
In questa visuale si muove “Carmen Collection”, uno spettacolo che si avvale della coreografia di Boriana Sechanova e delle note di Bizet, ma anche della musica originale di Petar Dundakov, che propone una rilettura della storia della gitana Carmen trasfigurandola con gusto pop e contemporaneo, e affidandolo alla compagnia bulgara Arabesque Contemporary Dance Company. La compagnia, nata nel 1967 e ormai considerata un’istituzione nell’ambito della danza contemporanea. In questo balletto moderno ricco di glamour e di erotismo ci si rifà ad un Carmen, ispirata sia alla novella di Mallarmé, sia alla fascinosa musica di George Bizet, ma nel suo tessuto espressivo fa della sigaraia sentimentalmente inquieta, una donna contemporanea, realizzando un coraggioso intreccio di tradizione e innovazione. L’assunto di base sembra essere la profonda libertà di Carmen di “contaminare“ di sé ogni donna, inoculando intorno quel bacillo della sua passionalità, la sua inestinguibile fame di emozioni carnali. La sua smania di assoluto diventa così un contagio. Carmen permea il mondo intorno, Carmen nello spettacolo del Teatro Argentina è anche la linea di eleganti abiti da sera che sei modelle sfilano in una passerella improvvisata con leggii-specchio, connotati dai due colori che raccontano l’eroina, il rosso e il nero. Del resto, sono questi colori in una veste nera e in uno scialle rosso assieme ad un giradischi posto quasi sul proscenio e ai leggii ad arredare il palco all’inizio dello spettacolo assieme a sprazzi di luce simili a flash. Sullo sfondo, una luna immensa. che emette una luce cruda e passa rapidamente attraverso tutte le sue fasi, fino a diventare nera, testimonia l’ambiente notturno e quasi onirico, mentre lei, Carmen, farfalla inebriata di passione danza la sua seduzione, trasformando di sé i corpi delle altre ballerine, di una Lei, Micaela, forse, Adelina Gavrilova, la promessa sposa di don José, prima che l’orizzonte del brigadiere non subisse l’invasione della irresistibile sigaraia; Micaela in rigidi abiti maschili neri, come si conviene ad un severo costume della Navarra. Mentre lui, Asen Nakov, si muove con movenze flamenche.
Ma qui Carmen è soprattutto defilé di Alta Moda, una evidente metafora dell’importanza dell’immagine e dell’apparire in questa donna che risponde in pieno ai canoni dell’oggi, dunque complessa, sfaccettata, ricca di contrasti psicologici e tuttavia bisognosa di rispecchiarsi sempre, di riconoscersi nello sguardo innamorato di un uomo. Lo spettacolo, in cui non mancano colpi di scena, come l’apparire della protagonista, la prima ballerina Konstantina Handzhieva, dalla tecnica perfetta e grande armonia ed energia fisica, che sfila con un abito rosso fuoco nella foggia delle classiche ballerine di flamenco, con ricchi volant nella lunghissima coda, ben dieci metri di strascico, come un bozzolo dal quale si libera con un tocco magistrale mostrando il suo costumino rosso, frutto della creatività di Nikolina Kostova-Bogdanova, che ha curato anche le scene. Ma è un discorso corale quello che si sviluppa sul palcoscenico, fondamentali non solo la visione coreografica di Boriana Sechanova, che ha pensato una Carmen con sfumature psicologiche inedite, ma anche la musica di Petar Dundakov tessuta insieme a brani celeberrimi di Bizet come Habanera o Toreador, per dare un’impronta pop al personaggio.
Lo spettacolo arriva con la collaborazione dell’istituto Bulgaro di Cultura a Roma e con il sostegno dei Ministeri della Cultura e degli Affari Esteri di Bulgaria.
Coprodotto dal Centro Nazionale di Musica e Balletto di Sofia e dalla Radio Nazionale Bulgara, si inserisce a pieno titolo nelle manifestazioni per il semestre bulgaro all’Unione Europea nel 2018 e nella programmazione dell’evento che vede nel 2019 la nostra Matera e la città bulgara di Plovdiv elette capitale europee della cultura.