Roma, 5 luglio – “Frammenti” è il titolo complessivo di questa stagione che evidenzia la vocazione internazionale dell’Accademia Filarmonica Romana.
A luglio, nei meravigliosi giardini aperti al pubblico musica, danza, arte, teatro, tutte le espressioni artistiche si ritrovano a convivere in una allegra contaminazione fra culture per un confronto stimolante fra diversi Paesi in questo spazio privilegiato che costeggia i Parioli, vicinissimo ad una delle piazze più significative di Roma, Piazza del Popolo.
India, Norvegia, Brasile, Slovacchia, Spagna, Polonia, Portogallo e Malta con le loro ambasciate, i loro uffici culturali e associazioni di amicizia si ritrovano protagonista in questa seguita serie di eventi introdotti da una grande festa il 28 giugno che dura senza soluzione di continuità dal pomeriggio a notte alta, durante la quale, come anticipazione di una tournée che partirà presto per la Germania, Alessandro Quarta e il Concerto Romano fanno rivivere una icona dell’arte canora barocca, quel Carlo Broschi, divenuto famoso con il soprannome di Farinelli, uno dei castrati assurti a mito per il lindore e l’eleganza dell’emissione vocale.
Nei giardini è stato possibile assistere ad una intervista significativa dal titolo “Looking For Lost Water” con l’ allestimento di un’opera site specific di Atul Bhalla, artista concettuale indiano in residenza find, affascinato dal mito dell’acqua, e impegnato nella ricerca e nella esplorazione del significato più profondo del liquido sia all’interno di comunità urbane che rurali. Raccontando di sconcertanti scoperte da lui stesso verificate sull’inquietante utilizzo di un fiumiciattolo che lambisce Delhi, le cui acque sono considerate le più inquinate del mondo, utilizzate tuttavia per bagnare gli orti destinati alle classi più povere, l’artista ha aperto uno spaccato su una grande nazione piena di contraddizioni.
India è anche danza, non poteva mancare perciò una ricca esposizione di foto dal titolo “Il corpo e la danza: Kelo Naïyar” , una selezione di scatti di Alain Daniélou e Raymond Burnier, relizzati nel 1941, al mitico danzatore dello stile Kathakali, esponente del Kerala Kalamandalam di Cheruthuruthi, considerata come la più prestigiosa università della danza. Come ogni festa che si rispetti, è stato offerto un gentile omaggio floreale, ad ogni signora sono stati donati gerbere gialle e arancio, i colori della bandiera dell’India e bicchieri di vino rosso per brindisi aromatici. Il clou della serata, iniziata con una sessione aperta a tutti di yoga, tuttavia, era rappresentato da un prodigioso trio virtuosistico, il Ganges Riverbanks Trio con tre fra i più celebri interpreti della tradizione musicale indiana che presentano brani composti dal guru Pt. Ravi Shankar e da Pt. Vishwa Mohan Bhatt, quest’ultimo anche vincitore di un Grammy Award, impegnato in quest’occasione anche come esecutore. Il concerto è iniziato con l’esplorazione e la graduale “costruzione” del Raga attraverso movimenti di apertura chiamati Alap, Jor e Jhala, per proseguire con composizioni di velocità crescente, chiamate Gats. Presentati da “Summermela” i tre musicisti hanno raggiunto virtuosismi parossistici, sia con il prodigioso tamburo, tabla, del giovane Nihar Mehta o il sitar di Amita Dalal ovvero con una sorta di grande chitarra, messa a punto dallo stesso Vishwa Mohan Bhatt, chiamata Mohan dal suo nome,che ha suscitato enorme curiosità per certi suoni che rassomigliano alla voce umana. La serata si è conclusa con deliziosi manicaretti indiani offerti al pubblico.
Fra gli altri appuntamenti , segnaliamo la serata norvegese, quella brasiliana con le più note sambe, un particolare programma che unisce assieme li Maghreb con i Balcani, la poesia iraniana, il romanticismo della repubblica ceca in parallelo con il Fado portoghese, E tantissimo altro, fino al 15 luglio.