Spettacolo

Cultura e Spettacolo: “Celentano, 77 anni e non dimostrarli! ”

celentano

Roma, 7  gennaio  2015 – Prima di tutto chiediamo scusa  ad Adriano in primis ed a tutti i fans del “molleggiato” in secondis perché il compleanno del “Re degli Ignoranti” era ieri.  Si, il 6 gennaio del 1938  nasceva a Milano  da genitori di origine pugliese il Re del rock’n’roll,  al secolo Adriano Celentano.

Gli eventi  di questo inizio d’anno sono stati frenetici ed inattesi come la scomparsa di Pino Daniele che ha certamente monopolizzato l’opinione pubblica in generale ed il mondo dello spettacolo in particolare, tuttavia ci preme celebrare un compleanno importante di un grande artista.

Avrete già intuito, leggendoci ormai da diverso tempo, che quando parliamo di un protagonista, sia esso sportivo o appartenente ad altre componenti dello spettacolo, non lo facciamo elencando dati statistici, trofei, riconoscimenti o quant’altro; per quello basta andare a leggere qualsiasi raccolta dati che troverete nella rete.

Quello che mi e ci riguarda è lo “spessore” del personaggio, la “cifra tecnica” nel linguaggio sportivo.

Adriano Celentano è un pezzo di storia italiana, perché al di là di simpatie o antipatie quando un personaggio è “a galla” per tanto tempo, nel suo caso da più di cinquant’anni, evidentemente la sostanza c’è.

Adriano ha letteralmente inventato, rivoluzionato, il modo di concepire la musica, i testi delle canzoni e addirittura il modo di interpretarle.  Pensiamo che il primo grande successo, oltre un milione di copie vendute,  fu al festival di Sanremo nel 1961 con “24.000 baci” dove arrivò secondo e  si presentò ad inizio brano volgendo le spalle al pubblico in sala;  per quei tempi una cosa mai vista che suscitò molto clamore. Non solo, qualche anno dopo,  nel 1966,  incise  il brano “ Il ragazzo della Via Gluck” girando quello che inconsapevolmente era un video in mezzo ad operai che costruivano un palazzo,  significando la fine della periferia piena di verde in luogo dell’avanzare della speculazione edilizia. L’ecologia da sempre la troviamo nei testi di Celentano, insieme ad altri temi sociali come “Svalutation” del 1976 che a risentirla oggi è drammaticamente attuale!

Anche l’amore, naturalmente, nelle proposte di Adriano non è mai mancato; personalmente la mia preferenza và a “Storia d’amore” del 1968, un vero e proprio romanzo in tre minuti come certificò l’attore Giorgio Albertazzi in una recensione dell’epoca.

La  rivoluzione del “molleggiato” fu anche la  fondazione di  una casa discografica propria,  il “Clan Celentano”, da sempre marchio di fabbrica delle sue produzioni, oggi curata dalla moglie Claudia Mori.

Celentano è stato anche protagonista nel cinema con  parecchi successi commerciali a cavallo degli anni ’70 e ’80 ed è opinione di qualche critico che il film di maggior spessore sia stato “Serafino” del 1968 magistralmente diretto da Pietro Germi. Personalmente la mia preferenza va a “Yuppi Du” del 1974, una favola a tratti surreale dove c’è tutto Celentano: dall’amore, all’ecologia, al  musical, tutto mescolato dalla sua follia!

Cantante, attore,  sceneggiatore,  regista, autore di parecchi suoi brani, Adriano ha saputo far fruttare anche preziose collaborazioni,  diverse dal suo gruppo storico,  come l’intesa con Mogol e Gianni Bella che negli ultimi anni  hanno  prodotto successi come “L’emozione non ha voce” o con Ivano Fossati per “Esco di rado e parlo ancora meno”, o ancora duetti eccezionali con Mina, altra “icona” della musica italiana.

Insomma Adriano Celentano è stato ed  E’ un CRAK!

L’auspicio sarebbe, visti i tempi di risparmio dei costi, che la RAI facesse un recital, magari a puntate, con la maggior produzione dell’artista, senza aspettare ricorrenze nefaste per dare comunque un contributo anche alle giovani generazioni di quello che ha espresso l’artista, una sorta di storia italiana di un GRANDISSIMO!

del direttore

In tema di ricordi e di Adriano Celentano, in quegli anni, 16enne, in Piemonte, avevo un complesso musicale. La nostra sigla di inizio e fine spettacolo, era “Ciao ragazzi ciao“, uno dei suoi grandi successi dell’epoca… Nel 1966, partecipammo ad un festival “beat”, dove ormai tutti suonavano con tre chitarre e batteria. Noi eravamo complesso strumentale tradizionale, composto da Franco Pelissero (veterinario) batterista, Giovanni Pelissero (avvocato) al basso, Sandro Di Julio (commerciante) al sax ed io, cantante e tromba.   Pezzo comune, era proprio “Il ragazzo della via Gluck”. Ci classificarono secondi proprio perchè non eravamo complesso beat….

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