Roma, 9 aprile – China Doll, ovvero scacco matto (ma sarebbe meglio gran casino, o pasticciaccio), è la più recente pièce di David Mamet, scritta nel 2015 e andata in scena con protagonista Al Pacino a Broadway.
L’autore, amato da Luca Barbareschi che ha deciso di dedicarli un fil rouge nella programmazione del suo teatro Eliseo con tre importanti tappe, può essere considerato il capostipite di quel teatro di parola, e della drammaturgia mondiale, per il suo antidogmatismo e quell’acuta analisi della società nella quale vive, regolata dalla menzogna, dall’istinto di sopraffazione, fra rapporti umani e professionali complicati anche dalla differente visione etica che regola l’esistenza. “China Doll”, è un’opera che scava senza pietà nelle nefandezze e nelle brutture di una società che ha ucciso il sogno americano, incentrata sul personaggio di Mickey Ross, un magnate cinico, senza scrupoli che gestisce il suo immenso potere su una scacchiera dove ogni mossa si traduce in profitto personale, anzi in potere. Mickey Ross (un incommensurabile Eros Pagni dalle mille corde), ora che si profila all’orizzonte la bella età di 80 anni, ha completato la grande scalata, e se gli venisse voglia di fare bilanci troverebbe al suo attivo una ricchezza che lo pone al V° posto nella classifica mondiale, un potere che gli ha fatto giocare carte vincenti nel mondo degli affari, fino a diventare un leader planetario, che gli ha permesso con scelti appoggi di fare pressioni fino a interferire e orientare le scelte politiche della sua Nazione, perché, come ama dire :” Là fuori c’è molta gente stupida e molti di loro votano” e, persino, la possibilità di decidere di lasciare da parte tutto e scegliersi una bella ragazza ventenne da sfoggiare, che gli faccia dimenticare la vita precedente e lo motivi a ricominciare su altri campi.
Mickey ha donato a Francine, la fidanzata come pegno d’amore e regalo di nozze non il solito brillante, ma un jet costruito in Svizzera del valore di 60 milioni di dollari. Negli accordi c’è la consegna del velivolo a Toronto per eludere la tassa di possesso di ben 5 milioni di dollari che le autorità statunitensi sarebbero ben felici di appioppargli tanto più con il suo caratteraccio e con l’arroganza che gli viene dalla lunga frequentazione dell’ambiente si è schierato apertamente contro The Kid, il ragazzotto, come lui lo chiama, ovvero il figlio del governatore, mani in pasta dappertutto e appoggi in alto loco, che ormai lo fanno veleggiare verso la Casa Bianca. Ma il diavolo, a volte, si diverte a scombinare i giochi e persino un pescecane avveduto che convive brillantemente con intrighi e alleanze, cinico e spregiudicato, che conosce tutti i vicoli che si partono a raggiera per aggirare la legge, deve rimettersi a combattere per districarsi dalla trappola del destino.
Il fatto è che sorvolando il cielo di New York una delle innumerevoli spie che destano l’attenzione sul funzionamento del motore si mette a far l’occhiolino e il jet è costretto da un atterraggio d’emergenza. Mentre Francine, annoiata e delusa, è costretta ad attenderlo in un lussuoso hotel di Toronto, impossibilitata a raggiungerlo perché privata del visto di ingresso in USA. Come prevedibile, la notizia scatena un rabbioso intercorrere di telefonate sul fisso, sul cellulare, attraverso i computer di mister Ross con capi scalo, direttori delle compagnie aeree, avvocati, là , nell’ufficio che si apprestava a lasciare alle cure di Carson (Roberto Caccioppoli), segretario e discepolo, al quale aveva destinato particolari cure perché apprendesse l’arte sopraffina degli affari, ritenendolo in tutto degno di prendere il suo posto. Come atto di particolare fiducia, inoltre, gli aveva affidato in consegna un dossier accuratamente messo a punto, riservato e pericoloso che,se divulgato. avrebbe ridotto a zero le chance del Kid di colonizzare la Casa Bianca.
Il clima nello studio si arroventa sempre più, ora che il sospetto che i famosi 5 milioni di tassa sono stati richiesti per un atto di omaggio al futuro presidente. Ross decide fulmineamente di rendere pubblico il suo dossier, per rivalsa, per vendetta, ma Carson, uomo di paglia per eccellenza cui era destinata l’azione, per la prima volta rifiuta di obbedire. C’è una sua etica da rispettare e questa non prevede un’azione così turpe. Ed è questo a scatenare il finale drammatico con il quale si chiude la versione italiana dell’opera. Nell’originale americano, lo spessore morale di Ross appare ancora più sottile.