Roma, 21 settembre – In principio c’è lui, Dario D’Ambrosi e la sua estrosità.Se la ricordano bene gli spettatori degli albori degli anni ’80 quando videro questo viso intelligente sul quale si spalancavano occhi vivaci e penetranti presentarsi in scena in camicia di forza: uno strano preludio ad una appassionata ricerca nel mondo della disabilità. Quello stesso che lo portòa dare vita al “Teatro Patologico”, agli inizi del 1990, una fucina di iniziative che stanno per debuttare in un nuovo spettacolo al Teatro Quirino il 23, 24 e 25 settembre, spettacolo nato dalla sinergia con l’università di “Tor Vergata”, dal titolo “Il Trip di Don Chisciotte”, interpretato interamente dagli attori diversamente abili del corso universitario di “Teatro Integrato dell’Emozione” . Lo stesso progetto sarà a breve inaugurato anche presso l’Università degli Studi di Camerino.
Il Patologico è una realtà che si è affermata negli anni a livello internazionale, forte del suo legame con il Cafè La MaMa di New York, fondato da Ellen Stewart. Ogni anno i ragazzi con disabilità che seguono le lezioni di teatro terapia di D’Ambrosi intraprendono tournée internazionali e per il 2017 sono già in programma due prestigiose destinazioni: Los Angeles e Tokyo.
Lo spettacolo avrà un incipit sorprendentee provocatorio che vedrà come protagonisti Andrea, ragazzo paraplegico in carrozzella, e suo padre Ferruccio, uomo dall’animo gentile che accompagna suo figlio nella messinscena, cimentandosi anch’esso in una piccola ma significativa prova d’attore. D’Ambrosi vuole comunicare al pubblico che, pur non parlando e non riuscendo ad esprimersi, i suoi ragazzi hanno un immaginario originale e fantastico che solo attraverso la teatro terapia riesce ad emergere.
“Il trip di Don Chisciotte” è viaggio metaforico ma anche un percorso didattico focalizzato sull’analisi e lo studio dell’opera di Miguel De Cervantes “Don Chisciotte della Mancia”, una produzione teatrale incentrata sul personaggio del cavaliere errante.
La figura dell’hidalgo idealista e folle della follia erasmiana é rappresentante simbolica di un’umanità che trova, nella sua straordinarietà, nel senso di non ordinarietà, di fuori dagli schemi, dall’ordinario, dal normale, dal prestabilito, un motore di rivalsa, o quantomeno, il canale per definire la dignità di un vivido immagin-attore, un sognatore matto, che lotta contro i mulini a vento, reali o metaforici, che la società gli impone e chelui non accetta. Il disabile mentale, come Don Chisciotte, usa la follia come “strumento per rifiutare la volgarità e la bassezza del reale”.
Lo spettacolo dà vita ad un approccio relativo al testo letterario e ai suoi spunti picareschi, con confronti relativi all’opera di cavalleria precedente il capolavoro di Cervantes ed al suo intento dissacratorio e satirico verso un tipo di letteratura che vedeva, nella sua costruzione ed immaginazione del reale, un’evidente frattura con la realtà, con il quotidiano: come accade oggi al disabile.
Lo studente con disabilità ha avuto così la possibilità di costruire da sé un’idea di figura eroicizzata, caratterizzata dalle capacità uniche ed individuali di cui ognuno è dotato, nel suo essere speciale, e con le quali concretizzare dignità e posto ideale, all’interno dello spazio sociale ed umano in cui lo stesso vive.
Lo spettacolo vede la partecipazione dei ragazzi con disabilità che frequentano l’Ass. del Teatro Patologico, affiancati da attori professionisti. L’adattamento di D’Ambrosi pone come elemento centrale della rappresentazione il rapporto tra corpo e linguaggio: un corpo che si fa lingua e comunicazione attraverso l’importantissimo ruolo che svolgerà la musica dal vivo di Francesco Santalucia, eseguita dal coroPapaceccio, l’allestimento è di Dario D’Ambrosi e Mauro F Cardinali, le scene sono di Francesco Bronzi, costumi di Nicoletta Taranta.
Teatro Patologico00189 – Roma
06 31076259, 389 4290799
www.teatropatologico.org
www.facebook.com/teatropatologico.org
linkdel trailer: https://www.youtube.com/watch?v=OAqb3KKFnRw&feature=youtu.be