Cinema Italian Style in collaborazione con AFI FEST ha creato un ponte tra Cinecittà e Hollywood. In occasione della celebrazione dell’ottantesimo anniversario di Cinecittà, è stata presentata la nostra migliore produzione cinematografica con i film selezionati dalla curartice artistica del festival, Laura Delli Colli, e dal direttore della programmazione di American Cinematheque, Gwen Deglise.
Il festival ha dedicato quest’anno a Michelangelo Antonioni la visione dei suoi film restaurati “Deserto Rosso” e “Bow Up” presentati durante AFI FEST al Teatro Cinese ad Hollywood. I film italiani sono stati proiettati all’ Egyptian Theatre e all’ AeroTheatre in Santa Monica.
Alla presentazione del festival sul Black Carpet organizzato nel leggendario Hotel Roosevelt, Cinecittà ha premiato l’attrice, Sarah Gadon, cittadina italiana e canadese, confermandone le sue qualità artistiche, con le Chiavi di Cinecittà .
L’espressiva Sarah Gadon, interprete della serie televisiva prodotta da Netflix “Alias Grace”, ci ha detto “ Mi sento veramente onorata d’essere qui tra i filmmakers italiani e ricevere le Chiavi di Cinecittà, che gratificano le mie origini, ossia del ramo italiano della mia famiglia proveniente dall’Abruzzo . Sono molto legata all’Italia e durante i miei studi universitari, ho approfondito la mia conoscenza del cinema immergendomi nella produzione italiana e scoprendone i registi che l’hanno resa famosa nel mondo.”
Il regista di “A Ciambra” Jonas Carpignano alla domanda “ Considerando la famosa frase scritta da Shakespare nel Giulio Cesare “ L’umiltà è il primo scalino del successo, lei, giovane regista, superpremiato con il suo film “A Ciambra”, scelto a rappresentare l’Italia alla selezione degli Oscars, come si sente?”.”Nulla è cambiato. Vivo sempre nello stesso posto. Sono nato a New York e cresciuto tra New York e Roma, da sette anni sono a Gioia Tauro, in Calabria, e non mi sento diverso per i premi ricevuti, anzi, direi che questa scelta di rappresentare l’Italia con “A Ciambra” alla selezione per gli Oscars 2018, mi stupisce molto. La ragione è l’aver girato precedentemente il film “Mediterranea”, mai distribuito in Italia e completamente ignorato, rigirato con gli stessi attori , stessa storia ma con un titolo diverso “A Ciambra”, accade il miracolo, inspiegabile” “Perchè questa tua passione per il cinema” “ È una, si fa per dire, maledizione di famiglia . Mio nonno era regista e produttore di caroselli, nell’epoca in cui andavano per la maggiore, il mio pro-zio era il regista Luciano Emmer, dunque in famiglia si è sempre parlato di cinema. Pane, olio e cinema.
Francesco Bruni, ci ha detto “ Non è il mio primo viaggio in California ma sono felice di questa bella occasione, d’essere a Los Angeles come regista per presentare e promuovere il mio film “Tutto quello che vuoi”. Mi auguro di trovare una distribuzione
I Manetti Bros., Marco e Antonio, intervistati, sprizzano il buon umore napoletano anche sorridendo. Sono al festival presentare il loro film “ Amore e Malavita”, ci dicono che è considerato il ”Na Na Land” italiano, in quanto la storia è Na, napoletana e sottolinea il senso dell’umorismo tipico di Napoli condito con musica, sfatando le situazioni malavitose in un musical napoletano.
Andrea De Sica, decisamente con un imprint artistico, si è fatto un’ottima esperienza come assistente di ottimi registi italiani, incluso Bernardo Bertolucci. Dopo aver diretto molti shorts film e documentari, propone al Los Angeles il suo primo lungometraggio “I Figli della Notte”. Ci ha detto “Non posso negare la mia discendenza, mio nonno è Vittorio De Sica. Il mio film “I Figli della Notte” ha ottenuto un buon successo in Italia ed ho buone possibilità qui, d’avere una distribuzione con HBO. Con la venuta di molte compagnie americane in Italia, la produzione italiana ha buone opportunità di trovare distribuzione internazionale.
Laura Delli Colli da qualche anno curatrice artistica del Festival Italian Style ci spiega come avrebbe avuto il piacere di scegliere il film di Carpignano da inviare alla selezione per gli Oscar, ma non lo ha potuto fare in quanto la decisione è stata una scelta di una commissione italiana.
“Siamo tutti felicissimi”- ha detto – “di avere il film di Carpignano ad inaugurare la 13esima edizione del Cinema Italian Style. Quest’anno sono presente al festival anche come autrice di un libro di cucina, Bread Love and Dreams, The taste of Italian Cinema. In realtà ne ho scritti molti, tutti libri legati al cinema e poichè sono una appassionata di entrambi,13 anni fa ho iniziato a mettere insieme un link tra il cinema e la cucina perchè m’incuriosiva guardare i film e capire cosa c’insegna il cinema quando ci fa vedere, per esempio, una scena, una sequenza o anche solo un passaggio che diventa fondamentale per renderci conto dove siamo o in che epoca viviamo e il rapporto tra territorio e prodotti.Direi che cinema e mangiare, sono un biglietto da visita straordinario per l’eccellenza italiana. Per esempio, se pensiamo al modo in cui la cucina è stata rappresentata nel cinema cominciando dal dopoguerra. Il cinema racconta la povertà della vita quotidiana come neppure la possiamo capire, attraverso i libri di storia. Nei film del dopoguerra la povertà in cucina la vediamo sulla tavola dove troviamo solo zuppe, minestre… nel film il “Ferroviere” si presenta un fiasco di vino, già una grande ricchezza. Allora si viveva di borsa nera.All’inizio degli anni 50, nei film arriva anche la pasta e Sofia Loren ci racconta un aneddoto divertente sulla storia della pasta alla carbonara che si preparava in una zona dove lavoravano i carbonari, dove andavano a mangiare durante le riprese del film , “La Ciociara”. Quella pasta piaceva molto ai soldati americani perchè ricordava loro gli ingredienti del tipico breakfast americano. Negli anni sessanta il cinema presenta il benessere sulle tavole di casa, nei ristoranti. Cambiano le epoche, sulle tavole nei film arriva l’opulenza con Tognazzi e Fellini. Perciò cinema e cucina ci raccontano la nostra storia di vita e tante sono le curiosità che sarebbero da scoprire.”