“Fences” – VIDEO

dalla nostra corrispondente da Los Angeles, Stella S.

Los Angeles, 17 dicembre 2016 – “Fences” dello scrittore  August Wilson, vincitore nel 1987 del Pulitzer Prize  Drama e Tony Award come miglior lavoro teatrale, è ora sugli schermi  diretto  e interpretato da Denzel Washington e Viola Davis.
Wilson come  Shakespeare propone  contenuti  sempre attuali,  dimostrando una capacità d’ introspezione dell’essere umano, uomo o donna, di un giovane come un anziano. Ogni personaggio di “Fences” è delineato nelle sue caratteristiche con una precisione essenziale, in una storia dinamica poichè sviluppa fasi di drammi familiari e sofferenze intime comuni e riconoscibili se non vissute dagli stessi spettatori.
 Washington tiene le briglie della regia strette, evitando di perdere la tensione della recitazione che si svolge per un pubblico non teatrale. Denzel interpreta  il personaggio di Troy con una naturalezza  perfetta da protagonista,  benchè la regina della scena sia Viola Davis. Entrambi  sono nominati  negli Awards importanti della stagione del cinema in Hollywood,  Denzel come protagonista, Viola come non protagonista, sebbene lo sia.
“Fences” tradotto, significherebbe  recinti protettivi, rappresentando la difesa del proprio spazio e quel che si vuole tenere al di fuori: ricordi, tristezze, violenze. Le rimozioni sono le difese con i quali ci si misura nella vita quotidiana, come  si assiste nello svolgersi del dramma di Troy, un cinquantatreenne assunto per raccogliere i bidoni della spazzatura.  I sogni per lui hanno perso l’esistenza quasi reale, e la condizione dell’uomo di colore emarginato nella quotidianità ” Perchè ai neri è vietato guidare i camion della spazzatura?” domanda Troy al suo migliore amico e compagno di lavoro, Bono.
Così alla discussione del problema si apre il sipario sulla vita della famiglia di Troy,  il figlio Lyons  avuto da un precedente matrimonio partecipa insieme a Rose, moglie di Troy.  Al gruppo si aggiunge il fratello di Troy, Gabriel veterano menomato. L’ultimo personaggio è Cory figlio della coppia. Lentamente i recinti si aprono e fuoriescono le frustrazioni di Troy trasmesse al figlio Cory, con il quale ha un rapporto difficile, negandogli la possibilità di entrare all’università con una borsa di studio ottenuta come giocatore di football.  Il divieto ha il fine d’evitargli l’ansia di non essere accettato come persona di colore e le ovvie conseguenze.
Rose è l’ago della bilancia,  la calamita  nella famiglia, moglie sempre  sottotono  e disponibile,  amata da Troy come lui crede d’amare finchè le difese di Rose esplodono all’evidenza di una  relazione del marito e un prossimo nascituro. Nel monologo della donna ferita nell’intimo, fuoriesce l’immedesimazione totale nel personaggio di Rose della Davis, come madre, moglie e donna che da voce a tutte le donne frustrate dall’infedeltà dell’uomo a cui ha dedicata l’esistenza.
La Davis ha vinto nel 2010 per questa interpretazione  un Tony Award, classificandosi  seconda attrice di colore dopo  Phylicia Rashad  a vincere questo premio.
Gli attori del cast sono ottimi: Stephen McKinley Henderson, Russell Hornsby, Mykelti Williamson. Specialmente il giovane, Jovan Adepo, nella parte di Cory dimostra una notevole capacità interpretativa utile alla scalata di Hollywood. 
{youtube}jj-ZYPVRQbc{/youtube} 

Il film è distribuito dalla Paramount e andrebbe assolutamente visto in versione originale per chi ama il cinema nella sua integrità per non perdere la stupenda interpretazione degli attori che nessun doppiatore, benchè preparato,  può assolutamente riproporre.Il film uscirà nei cinema americani a Natale.

Exit mobile version