Scrivere una critica del film “Life”, considerandone la storia, è quasi impossibile non riallacciarsi al padre delle forme aliene del 1979 : “Alien” uscito dalla storia di Dan ÒBannon e Ronald Shusett per la regia di Ridley Scott e “The Thing” di John Carpenter del 1982.
“Life” è diretto dal regista svedese Daniel Espinosa (Easy Money), la storia è di Paul Wernick e Rhett Reese . Per il film il budget a disposizione era piuttosto basso e la produzione preferiva un regista poco conosciuto per cui Espinosa, interessato all’idea di un sci-fi film e per farsi una nuova esperienza, ha cercato d’interessare alla sceneggiatura attori che potessero con la loro partecipazione alzare l’investimento a disposizione per il film. Ryan Reynolds e Jake Gyllenhaal hanno portato all’aumento del budget per affrontare i costi necessari a realizzare buoni risultati visivi e interpretativi.
Alien è l’idea del pericolo nella nave spaziale, The Thing è l’alieno che si umanizza. In “Life” la forma di vita viene introdotta nella Stazione Internazionale Space (ISS) da un gruppo di ricerca impegnato a trovare segni vitali di qualsiasi tipo su Marte. La scoperta di una cellula di un microorganismo capace di crescere con glucosio e ossigeno, segna per gli astronauti un traguardo impensabile nella storia umana.
La formazione del piccolo organismo, a cui viene dato il nome “Calvin”, viene seguita dal gruppo emozionato nell’osservarne la sua crescita e di cui si evidenzia il sistema muscolare, cerebrale e intestinale. Calvin, sviluppandosi, prende contatto con quel che lo circonda avvicinandosi a un dito dei guanti asettici in cui dall’esterno sono inserite le mani di Hugh Derry (Ariyon Bakare) che i compagni si divertono a chiamare “papà”. La felicità ha breve durata. Calvin sembra non rispondere agli stimoli, come fosse senza vita. Si decide perciò di stimolarlo con un elettroshock. Il risultato è positivo ma rianima Calvin con reazione aggressiva, esternando il suo disappunto attorno al guanto di Hugh al punto di riuscire a stritolargli la mano e velocemente impossessarsi dell’elemento con cui è stato bruciacchiato, inserendolo nel guanto aprendolo. Hugh riuscirà a estrarre la mano, quasi dissanguata, dal guanto cadendo a terra mentre nella laboratorio si è introdotto Calvin. “Roy” Adams (Ryan Reynolds), contro il volere degli altri, apre la porta intenzionato a salvare Hugh, disteso a terra.
La decisione è unanime: abbattere Calvin con un potente lancia fiamme, del quale l’alieno sembra non sentirne gli effetti. Questi passaggi sono stati spiegati dal regista come la reazione alla violenza ricevuta dall’alieno, la cui intelligenza lo spinge alla difesa ed alla ricerca di sostentamento, ma comunque si ha a che fare con una creazione ignota.
Da quì inizia la caccia al ladro i cui effetti strategici portano morte e distruzione alla base spaziale. Gli ultimi a salvarsi sono la Dottoressa Miranda North (Rebecca Ferguson) il Dr. David Jordan (Jake Gyllenhaal) in balia di Calvin.
Il finale è dato da un colpo di scena inaspettato, anticipando una continuazione della storia in un possibile “Life2”.
Nel cast: Hiroyuki Sanada (Sho Kendo), Olga Dihovichnaya (Katerina Golovkina).
Il costo del film è stato di 58 milioni. Il film della Sony è distribuito dalla Columbia Pictures.
“Life “ è nelle sale cinematografiche italiane.
{youtube}cuA-xqBw4jE{/youtube}