Los Angeles Latino International Film Festival
Dalla nostra corrispondente da Los Angeles, Stella S..
Los Angeles, 22 giugno 2022 – Il Los Angeles International film Festival (LALIFF) alla sua 21esima edizione, si è svolto anche quest’anno nel cuore di Hollywood e per una settimana Red carpet , documentari, shorts e lungometraggi si sono alternati nei cinema del TCL .
Il programma, intenso e interessante per la poliedricità dei filmmakers di origine Latino Americana, ha attirato l’attenzione di un vasto pubblico.
Red carpet , screening e interviste hanno dato il via a lavori di filmmakers provenienti dal Messico, Argentina, Porto Rico, Brasile e Perù , sottolineando come sia l’anno dei filmmakers latini.
L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, quest’anno è partner con il Los Angeles Latino International Film Fest (LALIFF), introducendo un programma di cinque settimane atto a preparare i 10 filmmakers selezionati e partecipanti al festival a sapersi gestire nell’industria del cinema .
Il Festival di Locarno con il programma Open Doors, seleziona progetti di talenti provenienti dall’America Latina e dai Caraibi.
LALIFF non solo è stato il primo a sostenere i filmmakers Latini ma ha dimostrato, anche quest’anno , d’essere un’ ottima piattaforma di lancio per i loro lavori.
Abbiamo intervistato Evely Lorena regista e sceneggiatrice nonché interprete del film ‘Gabriela’ interpretato da Evelyn Lorena (The Resident), Maria Telon (La Llorona) and Viktor White (So You Think You Can Dance) presentato in world premiere a Los Angeles Latino International Film Festival nel famoso TCL Chinese Theater.
“Perchè hai realizzato questa storia?
Sono di origine latina, cresciuta in North Carolina a Wilmington e lì ho ambientato il mio film. Per questo desideravo scrivere una storia semplice e vera, esprimendo le difficoltà di una giovane ragazza proveniente dal Guatemala, bloccata da una madre protettiva e dall’incapacità di costruirsi un’autostima per credere nelle proprie capacità. Ha un sogno americano, partecipare a gare di nuoto. Ovviamente la protagonista rispecchia lo stimolo di ricordare ai giovani latini a mantenere le nostre tradizioni, a non dimenticare la nostra cultura non sentendosi inferiori come immigranti, inserendosi nella società Americana . Esperienza avuta direttamente, frequentando le scuole. Le diverse culture, dovrebbero essere uno stimolo per integrarsi con uno scambio di conoscenze nei vari settori ,
Il tuo sogno era di entrare nel mondo del cinema?
Mi è sempre piaciuta la danza dall’età di 12 anni e volevo imparare ma era un desiderio non sostenuto dai miei genitori . Mi sono comunque imposta per seguire le mie aspirazioni. Per il mio carattere e personalità, direi anche timidezza, ho capito come il cinema mi offriva la possibilità di essere me stessa ed esprimere le mie esigenze, far conoscere la mia cultura . Il mio film racconta queste necessità, nella semplicità della vita di una ragazza e il suo desiderio di riuscire a raggiungere uno scopo, ossia coltivare le sue qualità di nuotatrice benchè non accettata nel club locale. La madre non la sprona a continuare la sua battaglia contro le difficoltà ma le insegna a cucinare i Tamales da vendere e diventati un cibo conosciuto anche in America.
La determinazione mi ha portata a dirigere il mio film “ Gabriela”, sono riuscita esprimendo più visibilmente che verbalmente le sensazioni e delusioni della protagonista, presentando una realtà vera e spesso vissuta da molti immigrati latini. Eccomi a Los Angeles a partecipare a questo festival dove si intrecciano storie e tradizioni e opportunità per continuare a lavorare nella strada scelta.
Non trovi ci sia per un giovane regista troppa concorrenza nel mercato cinematografico?
Senz’altro la strada è molto battuta ma abbiamo molte porte aperte per farci conoscere, più possibilità per riuscire a girare un film. L’importante è credere nelle proprie scelte e non arrendersi alle difficoltà.
Abbiamo scelto tre shorts per noi significativi: The Weight Of it , Daughter of the Sea e El Carrito
The Weight Of it è molto interessante, abbiamo chiesto ai tre co-autori e co-registi Olivia Marie Valdez, Sandra Afonso Rodríguez e Einar Soler Fernández il perchè della particolare scelta del soggetto scelto.
Insieme abbiamo sviluppato l’ idea ispirandoci all’impatto significativo lasciato nelle nostre vite dai nonni ed abbiamo voluto ricordarli con questo short. Il personaggio di Maria ce lo ha ispirato la nonna speciale di Olivia, una donna forte che pur soffrendo , ha combattuto la sua battaglia contro un tumore al seno, seguito da una recidiva, superando mastectomia, cure e impianto di ricostruzione. Nonostante il trauma, menomazioni e cicatrici incluse, non ha mai perso la sua autostima di donna Abbiamo voluto presentare il personaggio della nonna Dee per la capacità di essere riuscita a ritrovare la bellezza del suo corpo accettando i cambiamenti fisici dovuti alla malattia. Nel nostro short abbiamo voluto sottolineare come nella tarda età i mutamenti, visibili nella nudità, debbano essere accettati come un fatto naturale e vissuto come tale, con serenità.
The Daughter of the Sea è diretto da Alexis C. Garcia e girato in Puerto Rico
Le sue sceneggiature sono state premiate ed in questo filmato ha saputo gestire il dolore per la perdita del nonno a cui era molto legata ma non potendo partecipare al funerale, Yanise (Princess Nokia) ritorna a Puerto Rico tre mesi dopo dove ritrovato madre, nonna e cugine alle quali racconta il sogno fatto, nel quale vedeva il nonno su un cavallo portato via dalla morte e lei nuotare nell’oceano. Sarà la nonna a riconoscere la chiamata di Yemaya, la dea del Mare. Uno speciale rituale nelle acque dell’oceano, aiuterà Yanise a risvegliare il suo spirito sofferente a trovare pace per la perdita del nonno.
Tra le onde dell’oceano, Garcia ripropone le sue capacità artistiche e legame Afro Boricua.
El Carrito. Questo short è scritto e diretto da Zahida Pirani , per continuare a dare il meglio nella regia è iscritta al MFA Film Directing alla UCLA.
La regista ha spiegato di aver girato il film nel suo quartiere e nella zona di Queens, a New York , dove vive una buona parte della comunità di immigranti della città ed abbiamo lavorato con l’aiuto di molti venditori ambulanti che hanno partecipato sia nella pre- produzione e durante questa, senza i quali non avremmo potuto riprodurre il vero spirito di queste persone. Inoltre abbiamo avuto ospitalità e supporto dagli abitanti della zona.
La protagonista Eli Zavala nella parte di Nelly, riesce con gran fatica ad acquistare un nuovo carretto, per sostituire quello malandato, adatto a vendere per strada tacos e burritos messicani, specialmente aiutandola a scappare velocemente all’arrivo della polizia, essendo senza permesso a vendere cibo, come tanti altri nella stessa situazione. Purtroppo il carretto le viene rubato.
Il film ha una morale ed insegna come tra poveri può esistere una lealtà e rispetto inaspettato.