News da Locarno : Conversazione con Bill Pullman

Locarno, 12 agosto – Bill Pullman premiato a Locarno  con L’ “Excellence Award Moet & Chandon” per la sua carriera d’attore  supportata dalle sue qualità artistiche, si è presentato alla  stampa per una conversazione moderata da Eric Koen.

Pullman ha raccontato d’essere stato fortunato poichè, sesto di sette figli,  i genitori non avevano molto tempo per seguirlo, di conseguenza è sempre stato libero di fare le proprie scelte senza  difficoltà.L’unico momento in cui mio padre – ha detto – si è un pò risentito è stato per la mia scelta dell’università, lui avrebbe voluto che io frequentassi quella dei miei fratelli per diventare, avvocato o dentista, purtroppo, mi sentivo portato a seguire strade diverse. Il mio spirito artistico mi ha indirizzato verso il teatro che mi ha sempre affascinato , ma ancora di più verso la regia teatrale di uno spettacolo. Secondo me s’impara  maggiormente a recitare impostando le parti agli attori. Entrando nella psicologia del personaggio,  si può costruirene l’essenza per cui la personalità e le motivazioni delle intenzioni da proiettare al pubblico. Cosa, per esempio, tabù, per David  Lynch. Ricordo come in  ‘Los Highway’, alla domanda che gli feci riguardo le motivazioni del mio personaggio in una scena  piuttosto complicata, Lynch, che è assolutamente contro ogni tipo di psicologia  e lontano dall’idea che un attore in teatro impari a capire le motivazioni psicologiche necessarie a costruire il personaggio da interpretare, alla mia richiesta di darmi delle indicazioni per  la mia scena iniziale del film,  girato in 35mm.  Dunque una  visione dettagliata, per un inizio importante, un momento critico del personaggio pronto ad intraprendere un viaggio, circondato dal buio. Alla mia insistenza  … mi disse ‘Tu cammina nella discesa a testa bassa, poi ti fermi , guarda dove vai, girati, e cammina di nuovo poi  diventa kabuki’….. praticamente  non mi ha chiarito nulla, eppure la scena e quella tecnica inimitabile di Lynch usata, creò un momento magico  per il film.  È tale la sua capacità di generare scene da riuscire a cambiare il modo di pensare degli attori sorprendendoli per i risultati ottenuti, specialmente con semplici ‘ingredienti’. È la sua abilità nel sapere o conoscere quel che vuole ed ottenerlo visivamente, che rende speciali  i sui film.  Mel Brooks, per esempio, è stato ed è per me un uomo geniale e grande regista, per lui i personaggi devono essere chiari ed e sempre stato molto attento alle intenzioni messe nella recitazione. Venne a vedermi recitare in una piece teatrale belga, prima di darmi la parte nel suo film. Mi chiedevo come potesse assistere a quello spettacolo così particolare… lo fece per essere certo di scegliere l’attore giusto per il suo film. È stato da lui, spesso annunciata la possibilita di un ‘Spaceball2’ ma è  una  inattuabile remota idea pubblicitaria. Per avere incassi, improbabile. John Candy, purtroppo, è deceduto e l’altro protagonista è ormai andato in pensione… Ci sono circostanze in cui   un attore deve trovare la sua personale interpretazione di un personaggio. Nel film ‘Independence Day’, come presidente degli Stati Uniti,  mi sono trovato in difficoltà interpretative. Ho pensato, questa è una situazione inaspettata per un presidente americano che non capita quotidianamente, quindi, non essendo neppure sicuro che usando le armi il problema si possa risolvere, naviga nel buio davanti ai sopravvissuti alla catastrofe degli alieni, perciò è un uomo davandi all’impossibilità di trovare una soluzione e va presentato con i suoi dubbi e voglia di scampare alla morte“.

Ad Eric Koen, riguardo le sue esperienze di moderatore fatte con moltissimi attori, abbiamo chiesto “Quale di questi gli è rimasto particolarmente impresso? ” Risposta “Arnold Schwarzenegger“!!!!!

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