Roma, 29 dicembre – “Storie di Claudia”, storie di generazioni di adolescenti in cerca di mete; storie di confine e di sogni di bimba con i miti, gli eroi, i divi, nutriti della materia rosea della giovinezza e abbagliati dalla luce che promana da un mondo fatto di palcoscenici, di set, di televisione, di servizi fotografici, di gossip e, in lontananza, di scelte che orientano verso un lavoro e che impegnano una intera vita. Quel mondo di celluloide si può spiare dal buco di una serratura o anche guardare con gli occhi affascinati della signorina Maria, una vecchia vicina di casa quasi centenaria, che parla bolognese, ama la musica classica e l’opera soprattutto, e che per tutta la vita ha collezionato memorie e conservato libri, ritratti e belle foto di personaggi ritagliate dai giornali illustrati, che ora circondano la sua esistenza come vecchi e cari amici, il cui ricordo fa compagnia.
Storie di una carriera appassionata e appassionante, di successi più che meritati, che vivono come memorie al Teatro Quirino con Claudia Gerini, in questo spettacolo leggero e spumeggiante come i giorni di festa. E’ lei che assieme a sei ballerini e a un gruppo musicale che suonerà dal vivo, nella scena semplice ma estremamente duttile di Patrizia Bocconi, due pareti poste ad angolo che diventano schermo dove proiettare le immagini di Giuseppe Ragazzini che sono Claudia bambina e i suoi sogni, si racconta con passione, fra realtà e fantasia, e con un profondo senso di gioia.
La storia di Claudia inizia come per caso, quando la signorina Maria sale le scale del palazzo e bussa alla porta di casa sua per chiedere una camomilla. Sarà la bimba a portarla giù alla vecchietta e ad accettare l’invito ad entrare nel suo mondo magico, tra i suoi cimeli e ben presto a rivivere in una sorta di identificazione le storie più emozionanti sotto lo sguardo malioso di Marlene che adesca con il suo fascino perverso e ingenuo gli avventori dell’”Angelo Azzurro”, di Gloria Swanson, follemente diva nel “Viale del tramonto”, di Anna Magnani, ironica soubrette di “Risate di Gioia”, di Monica Vitti, insuperabile e scintillante protagonista di commedie italiane e poi il Kabaret tedesco con le maschere espressioniste, Frida Khalo e la sua arte visionaria, e Carmen Miranda, che impennacchiata con la sua macedonia di frutta canta “tico tico” e fa impazzire Hollywood. E’ Claudia che le presta la voce (lei che canta davvero bene), e i passi di samba fasciata da un vestito d’oro, che la riproduce con fantasia, frutto come gli altri delle scelte di Nicoletta Ercole.
Sono loro, queste fantastiche donne che accompagnano Claudia fino ai suoi quindici anni quando, superato un esame, si ritrova senza troppe speranze ad un provino che sta mobilitando tutte le ragazzine di Roma e non solo: si cercano adolescenti, belle, spigliate, che sappiano cantare e ballare, per affidarle alle cure del mago Gianni Boncompagni che le farà lievitare, nello spettacolo “Non è la rai”. Con lei, la coatta Debora, che ricorda il personaggio di Jessica nel film “Viaggi di Nozze” , un film di Verdone e che Claudia rende con la consueta ricchezza di sfumature e di gag.
Claudia è cresciuta, ora anche lei conosce noti stilisti che la invitano ad indossare in prestito le loro creazioni per i red carpet e parla di registi famosi che l’hanno diretta. Claudia, infatti, è diventata un’attrice brava e stimata, che riesce a coltivare il pubblico con la sincerità e la passione con le quali sa risvegliare emozioni e poi è una mamma che ama curare i propri figli.
Lo spettacolo, uno one woman show molto ben confezionato, con balletti in scena le cui coreografie sono curate da Roberta Mastromichele, scritto da Gianpiero Solari (che ne firma anche la regia) e dalla stessa Claudia Gerini, ha un musicista in scena Davide Pistoni, mentre l’arrangiamento e la direzione musicale dell’orchestra sono di Leonardo De Amicis.