Roma, 29 marzo 2019
Sembra incredibile ma alcuni compleanni sono solo espressioni aritmetiche perché non coincidono, forse è meglio dire “non vogliamo che coincidano”, col personaggio che li compie, sia esso uno sportivo o uomo di spettacolo.
E’ il caso di Terence Hill, al secolo Mario Girotti, che oggi festeggia 80 primavere ben portate. Veneziano di nascita ma cittadino del mondo viste le sue origini tedesche, per parte di madre, come pure per aver soggiornato per molti anni negli Stati Uniti, fino ai tempi odierni con la residenza a Gubbio, di cui è cittadino onorario in seguito al contributo ed al prestigio dato per la straordinaria interpretazione di “Don Matteo” girato appunto nella cittadina umbra.
A dispetto di più di settanta film girati, tra cui pellicole di respiro internazionale come “La Bandera: marcia o muori” o “Il vero ed il falso” o il crepuscolare “Il mio nome è Nessuno” prodotto da Sergio Leone, Terence Hill è sinonimo di spaghetti-western girati insieme all’amico Bud Spencer con caposaldo “Lo chiamavano Trinità” del ’70 ed il relativo seguito “continuavano a chiamarlo Trinità” del ‘71; pellicole spiritose, paradossali, che facevano il verso ai western più impegnati.
La coppia Hill-Spencer, rigorosamente con nomi d’arte americaneggianti come imponeva il mercato già dalla metà degli anni ’60 per quel genere, ha fatto felici almeno un paio di generazioni con le loro storie intrise di una finta-violenza, rappresentata da sganassoni terribili che però a ben vedere non producevano, sui visi dei malcapitati, nessuna echimosi. Alcune scene dei due film sono rimaste nella storia come le pantagrueliche mangiate di fagioli in enormi padelle e la slitta trainata dal cavallo di Trinità con lui sdraiato a riposare pigramente.
Hill da ragazzo ha praticato sia il pugilato che la ginnastica artistica, mostrando in parecchi film la sua abilità che si rifletteva anche nella rinuncia alle controfigure.
Oltre alle pellicole girate come protagonista, il nostro si è cimentato anche al di qua della macchina da presa realizzando un “Don Camillo” dei tempi moderni e “Lucky Luke”, fumetto nato dal maestro belga Morris.
Dal terzo millennio Hill è indiscusso protagonista della televisione con la serie “Don Matteo”, fiction dove interpreta un prete all’avanguardia con un fiuto particolare per le investigazioni, ma non solo perché lo abbiamo visto primo attore anche nella serie “Un passo dal cielo”girata in Alta Pusteria.
Nel 1999 ha conteso la palma di attore italiano più famoso nel mondo proprio all’amico Bud Spencer, dividendo poi con lo stesso Spencer il David di Donatello alla carriera nel 2010.
Buon compleanno caro Mario/Terence-Girotti/Hill che i tuoi occhi azzurri risaltino sempre sul tuo sorrisetto sarcastico.