Teatro di Roma – “Il Corpo Capisco # 1”,all’Argentina e all’India con una novità di Virgilio Sieni
I nuovi linguaggi coreografici
Roma, 8 dicembre – Nella ricca programmazione del Teatro di Roma, nei due suoi spazi, il Teatro Argentina e il Teatro India, fra le manifestazioni che si segnalano, ecco una rassegna aperta alla danza contemporanea, una vetrina che si illumina su nomi d’eccellenza nello spazio insolito dell’India e che ha avuto il primo momento significativo con “I Love”, duetto al maschile della compagnia Fattoria Vittadini.
Le prossime tappe si apriranno, giovedì 10 e venerdì 11 prossimi con un progetto della Compagnia Borriello dal titolo “Il Corpo Capisco # 1”, che vuole essere una sorta di manifesto, un modo di stare al mondo. Tre ballerine in scena, Adriana Borriello, Donatella Morrone e Ilenia Romano, e il musicista Roberto Paci Dalò, ad illustrare i meccanismi della comunicazione da corpo a corpo, attraverso il movimento e la sua specifica sensibilità, dove la perfetta aderenza alla contingenza dell’hic et nunc si distende e si allarga nel sempre e nell’ovunque.
Il 12 e il 13, la Compagnia Abbondanza/Bertoni esplora i confini fra teatro, corpo e vita, arrivando ad affermare come i limiti diventano labili, quasi inesistenti nella identità di gesti, mentre è possibile abbattere le barriere separatorie dei generi: lo spettacolo ha il curioso titolo “Le fumatrici di pecore” e vede protagoniste Patrizia Birolo e Antonella Bertoni. Il regista Michele Abbondanza racconta: “Da sempre affascinati dalle forme e dal multiforme, iniziamo una collaborazione con un’interprete straordinaria, portatrice sana di una diversa abilità, noi portatori malati della nostra salute. Proveremo a scambiarci le rispettive portate».
Le sequenze coreografiche, le brevi storie di relazione, diventano occasioni preziose per raccontare altre storie, registrando gli accadimenti come pellicole vergini, superfici vuote senza perdere l’incertezza, cosa preziosa della vita.
Dal 15 al 17 dicembre, doppio appuntamento con Enzo Cosimi , con il suo ”Fear Party”,uno spettacolo che vuole esplorare il profilo della paura, le sue diverse valenze psicologiche, i suoi inneschi e disinneschi collettivi, le angosce dell’uomo contemporaneo, instillate dalla società di oggi. Prima tappa della trilogia “Sulle passioni dell’anima”, il lavoro affronta il tema della paura, individuale e collettiva, attraverso una scrittura del corpo aperta, dove malinconia e paura stessa si legano a visioni grottesche generando una scrittura sospesa tra densità e leggerezza. La seconda proposta di Enzo Cosimi “Bastard Sunday”, in scena il 18 e il 19 dicembre, è ispirata alla figura e all’opera di Pier Paolo Pasolini. Lo spettacolo amplifica e viviseziona la visione poetica pasoliniana, immergendola in un paesaggio astratto, sospeso, rarefatto che arriva alla fine a caricarsi di un presagio di speranza. “Bastard Sunday” si avvale della collaborazione del musicista e compositore berlinese Robert Lippok dei “To Rococo Rot”, artista tra i più interessanti e innovativi della scena musicale elettronica europea. Entrambi gli spettacoli sono interpretati da Paola Lattanzi e Pablo Tapia Leyton.
Il 22 e 23 dicembre i danzatori di Zaches Teatro propongono il loro “Minotauro”, ovvero il Mostro per antonomasia, partecipante della doppia natura di uomo ed animale, che assomma in sé la diversità, manifesto vivente della colpa dei padri, Minosse e Pasifae, che ricade sui figli, che adombra uno dei misteri più segreti e sconcertanti della mitologia antica: un essere sconosciuto se non per la sua mostruosità. Lo spettacolo, scavando nel mito classico, dà senso e voce a rovine abbandonate che evocano immagini, suoni e danze, costruendo un racconto per riflettere sugli archetipi della nostra cultura, divenuti anche linguaggio psicoanalitico già con le ricerche freudiane, e innervati nella nostra quotidianità.
Sempre dal 22 al 23 dicembre, la coreografa Julie Ann Anzilottiporta in scena “…e d’oro le sue piume”,una creazione che trae ispirazione dal Libro dei Salmi della Bibbia per restituire, attraverso la danza, la parola, la musica e il silenzio, la delicatezza e la profondità di questi scritti. Dalla lettura dei Salmi affiorano temi come l’angoscia, la gioia, la pace, la lode, che si incontrano in una coreografia che, alternando momenti individuali a momenti corali, suggerisce intimità e speranza. Il lavoro si avvale della collaborazione del musicista e compositore Steven Brown, leader del cult-group “Tuxedomoon”, che ha composto le musiche creando un dialogo con l’azione scenica di grande forza narrativa e di esuberante fantasia.
La rassegna si conclude al Teatro Argentina con la nuova creazione di Virgilio Sieni, “Le Sacre“, dall’8 al 10 gennaio, una coreografia primitiva che vuole essere uno scavo archeologico del corpo, che chiede agli interpreti di improntare i movimenti alle risonanze e alle stratificazioni ritmiche della musica di Stravinskij. Danzare “La Sagra della primavera” significa indagare ( approfondire attraverso i meccanismi dell’intuito, della struttura, del rito e del gioco), il sacrificio “come forma morale del bene comune” che dalle pieghe più profonde dell’individuo va a costruire una comunità. “La Sagra” sarà preceduta da un “Preludio”su musica di Daniele Roccato.