Roma, 4 dicembre 2023.
La ricorrenza.
Lo stesso giorno di 55 anni fa esce in Italia una delle pellicole più celebri all’interno del cinema bellico: Dove osano le aquile, diretto da Brian G. Hutton.
La storia.
Un commando anglo-americano, durante la seconda guerra mondiale, è incaricato di liberare un generale degli Stati Uniti prigioniero dei tedeschi in un castello sulle Alpi bavaresi.
La squadra viene paracadutata ai piedi della montagna dove sorge la fortezza di Hohenwerfen, ma prima di entrare in azione si verificano delle problematiche.
Al momento dello sbarco due membri del commando muoiono in maniera non accidentale ed altri tre del gruppo vengono catturati dai germanici.
Sfuggono all’arresto il maggiore britannico Smith ed il tenente americano Shaffer che riescono a penetrare nella fortezza, il castello delle aquile, tramite l’accesso di una teleferica.
I due graduati, con l’aiuto di Mary, un’agente segreto britannico, raggiungono il salone dove si tiene l’interrogatorio del generale americano depositario di un piano segreto che prevede il massiccio sbarco in Europa delle truppe statunitensi.
Nel salone ci sono anche i tre arrestati del commando, che però si rivelano essere del controspionaggio tedesco.
Smith e Shaffer, fintamente equipaggiati con divise nemiche, irrompono nella sala dichiarandosi loro stessi appartenenti al controspionaggio tedesco e doppiogiochisti gli altri.
Smith ha sotto controllo la situazione e rivela che la liberazione del generale americano è una finta operazione, dal momento che poi il generale in questione è un caporale sosia che non sa nulla del piano d’invasione americano.
Il vero scopo è lo smantellamento della rete spionistica tedesca e la conoscenza del capo dell’organizzazione, un alto militare britannico.
In tutto ciò viene neutralizzato ed eliminato anche un viscido maggiore della Gestapo, presente nella pancia del castello delle aquile.
La fuga dalla fortezza è abbastanza problematica, complice una parziale distruzione compiuta da Smith e Shaffer di alcune postazioni militari, ma riesce.
I due, con Mary ed il caporale americano, raggiungono l’aeroporto militare in procinto di salire sull’aereo che li riporta a casa.
Sul velivolo trovano a sorpresa il colonnello Turner che già da tempo Smith ha capito essere il capo delle spie tedesche in territorio britannico.
Il finale, in alta quota, ve lo potete immaginare…
Curiosità.
Tratto dall’omonimo romanzo dello scozzese Alistair MacLean, anche sceneggiatore, il film è altamente spettacolare con pochissime pause durante le sue quasi tre ore di programmazione.
Il soggetto, al di là di specifiche e veritiere ricostruzioni storiche, è tutto basato su avventura e spionaggio, condito da una buona base ironica.
Ottima la scelta del castello delle aquile, espugnato dai nostri eroi, come pure magistrali e da brividi le sequenze dei passaggi in teleferica.
Un fumettone, una missione impossibile, tra intrighi, doppi giochi e colpi di scena, apprezzato e citato da Quentin Tarantino in Bastardi senza gloria del 2009.
Protagonisti.
Una serie di buoni caratteristi ha fatto da cornice ad un quadro interpretativo rappresentato dai due protagonisti Richard Burton e Clint Eastwood.
Burton è il maggiore Smith, in un ruolo che lui stesso ha voluto interpretare per uscire da precedenti personaggi non propriamente inclini ad atteggiamenti avventurosi.
Le azioni compiute da Burton sono credibili per un capo spedizione del commando anglo-americano, con l’attore che pretese un ingaggio ragguardevole per l’epoca di 1 milione e 200 mila $.
Eastwood è il tenente Shaffer e si sdogana dai suoi primi successi in chiave western dimostrandosi efficace nella parte di subalterno del maggiore Smith.
Buona l’ambientazione ed il moderato uso di eff