Roma, 12 maggio – Si intitola “Like a Rolling Stone” la mostra che aprirà dopodomani, 14 maggio, a Bologna ed è interamente dedicata ai primi anni della carriera di Bob Dylan, raccontato dalle immagini di tre tra i più importanti fotografi che lo hanno immortalato: Barry Feinstein, Joe Alper e Tony Frank. A questi si aggiungono le opere grafiche di Bob Masse, che lavorò alle locandine dei primi concerti di Dylan, quando era ancora uno sconosciuto.
Il periodo di riferimento, infatti, sono gli anni ’60, quelli più controversi, creativi e vitali di Dylan che, a 73 anni, è oggi considerato una delle figure che più hanno influenzato la cultura popolare americana del XX secolo. Cinquant’anni fa veniva pubblicata, nel disco Highway 61 Revisited la canzone “Like a Rolling Stone” che, con i suoi cinquanta versi della stesura iniziale, cambiò le regole della composizione della musica popolare. Da qui il titolo della mostra.
Dopo aver lasciato la nativa Duluth, in Minnesota, il giovane Robert Zimmerman (che in arte si chiamerà Dylan in omaggio al poeta gallese Dylan Thomas) approda a New York e qui, ispirato dalla musica folk e politicamente impegnata di Woody Guthrie, viene a contatto con i poeti della beat generation che avevano già scritto pagine memorabili della cultura moderna e il fermento creativo era al suo apice.
Le prime canzoni di protesta sociale che Dylan compose furono talmente incisive da proiettarlo, dallo sconosciuto ragazzo di campagna quale era, a “paladino” dei diritti sociali.
Così Dylan arrivò a suonare con l’allora compagna Joan Baez alla March on Washington for Jobs and Freedom del 28 agosto 1963 durante la quale poté assistere al discorso di Martin Luther King Jr. nel quale pronunciò lo storico “I Have a Dream”, che il cantante accrediterà come passaggio fondante del proprio pensiero.
Le foto in mostra ripercorrono i primi anni della carriera di Dylan, dai concerti al Caffè Lena – una storica Coffe House nello stato di New York -, in cui presentava sul palco le prime canzoni di protesta fino alla svolta elettrica che, pur alienandogli numerosi fan della prima ora, lo farà assurgere a figura chiave della scena musicale e culturale di quel periodo.