Roma, 13 giugno – Dopo nove mesi di silenzio viene a colmarsi un vulnus che colpiva la proposta culturale romana e per estensione del nostro intero paese. Infatti, in quella data venivano chiusi i due teatri privati Eliseo e Piccolo Eliseo, fra i luoghi più cari e frequentati della città, strategicamente posti come sono di fronte alla Banca d’Italia, e appena a ridosso da piazza Venezia.
Presentati da Luca Barbareschi, e alla presenza di una folla di attori e amici del teatro venuti a congratularsi per l’iniziativa, tornano alla fruizione con un corredo di iniziative che abbraccia tutti i campi in cui si esprime la cultura e non solo la drammaturgia teatrale.
L’arte, il patrimonio gestito dal FAI, Fondo Ambiente Italiano, la ricerca, quale si effettua in poli d’eccellenza come il Policlinico Gemelli, il tempo libero, la ristorazione: tutto questo sarà riproposto a partire da un vistoso incremento delle modalità di comunicazione delle attività che si svolgono in una città dall’avanzato profilo internazionale come è Roma. L’attenzione è quindi rivolta alla creazione di un polo multimediale in uno spazio polifunzionale che possa essere utilizzato per la prosa , la musica, ma anche come luogo di incontri culturali, scuola di recitazione, un topos di aggregazione per i più giovani, ma anche biblioteca, emeroteca, bar e caffetterie. Il tutto con l’ausilio dell’utilizzo ottimale delle nuove tecnologie onde trasmettere gli spettacoli sui canali satellitari e produrre non solo teatro ma anche cinema e televisione.
I due spazi teatrali, che hanno l’ambizione di diventare una sorta di Baubourg italiano, sono un condensato di idee che si coagula attorno al termine cultura. La rinascita dell’Eliseo come spazio teatrale poggia sulla dialettica tra tradizione e innovazione, la prima come consapevolezza della propria storia e del patrimonio condiviso, l’altra per costruire un nucleo di valori forti, un’identità personale che dal presente, campo della sua operatività, si proietti verso il futuro. Una concezione di luogo spettacolare che porterà Roma verso una visione europea delle arti sceniche, al pari delle grandi capitali europee. Nei teatri, accuratamente restaurati fino a riportarli ai fasti delle loro origini – sono stati costruiti nel 1918, dunque fra poco festeggeranno il centenario – molti artisti di vaglio, il Gotha della scena italiana, hanno voluto tornare per condividere la magnifica avventura, intrigati anche dal particolare tipo di proposta che ha un altro suo punto di forza nella varietà.
L’Eliseo inaugurerà il cartellone 2015/16 con uno spettacolo in prima nazionale “Una Tigre del Bengala allo zoo di Bagdad” di Rajiv Joseph con Luca Barbareschi che ne cura anche la regia. E’ una storia visionaria e dolente che parla di un soldato delle truppe di liberazione e dell’uccisione di una tigre che sopravvive come simulacro, una riflessione sui problemi etici del nostro tempo. Il testo è stato premiato con il Pulitzer. Seguirà un testo italiano, ancora in prima nazionale, di Luca De Bei, “Tempeste Solari”, quelle che si scatenano attorno al capezzale del capofamiglia morente Ugo Pagliai, ad opera della sua famiglia instabile e turbolenta. Filippo Dini è il protagonista e il regista di “Ivanov” di Cechov, uno sguardo su una civiltà che muore, prodotto insieme allo Stabile di Genova. Lunetta Savino porta in scena “Gran Guignol all’italiana”di Vittorio Franceschi che, rispettando il titolo, è un drammone a fosche tinte, senza lieto fine. La drammaturgia di “Tradimenti” di Harold Pinter è resa da Ambra Angioini e Francesco Scianna, curati dalla regia di Michele Placido. Segue “Cercando segnali d’amore nell’universo”, regia di Chiara Noschese, un one man show che celebra la carriera e la vita di Luca Barbareschi.
Con “I sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello torna in scena Gabriele Lavia anche in veste di regista, oltre che di attore. Nicola Piovani ne “I Viaggi di Ulisse”, spettacolo musicale con l’Ensemble Aracoeli, si muove fra memorie letterarie che in un unico percorso vanno da Omero, a Saba, a Joyce, a Tasso. Un intrigante testo di Arthur Schnitzler, “Scandalo” con Franco Castellano e Stefania Rocca, offre uno spaccato della società viennese di fine Ottocento. La verve di Massimo Venturiello per “Il Grande Dittatore”, capolavoro di Charlie Chaplin, una satira feroce di ogni tirannia. Ancora Shakespeare con “La Dodicesima Notte” affidata a Carlo Cecchi, una commedia malinconica sull’amore illustrata dalle musiche di Nicola Piovani. Gli ultimi due spettacoli sono “China Doll” di David Mamet con Eros Pagni e “Arancia Meccanica”, a 44 anni dal film-cult di Stanley Kubrick e a 51 dall’uscita dell’omonimo romanzo
Nella programmazione del “Piccolo Eliseo”, uno spazio privilegiato è quello offerto alla drammaturgia contemporanea specialmente italiana. Alessandro Bardani, Luigi di Capua. Autori come Paolo Sorrentino, Claudio Fava, Gianni Borgna, Massimo Carlotto, Giovanni Testori, Gabriele Vacis, Fausto Paravidino e Gabriele Di Luca saranno sulla scena assieme a Dorine Hollier, Neil Labute, Gustave Flaubert e Agota Kristof.